Sotto inchiesta l'apertura a Noto di una rivendita di generi alimentari, intestata a un prestanome
Cinque persone sono state denunciate dalla Guardia di finanza di Catania nell'ambito di una indagine della Procura della Repubblica di Siracusa per trasferimento fraudolento di valori con la finalità di eludere la normativa antimafia. Tra gli indagati un imprenditore, W. D. A., ritenuto dagli investigatori il referente del clan Trigila, un suo dipendente, G. B., e un commercialista, N. T. L.
L’indagine
Trigila, già condannato con sentenze definitive per associazione mafiosa nel 1993, nel 1994 e nel 2006 e, da ultimo destinatario di misure di prevenzione relative alle sue attività commerciali. Secondo quanto accertato, proprio in seguito all'esecuzione di queste misure patrimoniali, avrebbe con l'aiuto di altri due indagati, avviato a Noto una nuova attività commerciale - una rivendita di generi alimentari - che, per evitare ulteriori indagini, non avrebbe intestato a sé stesso o ai familiari ma a uno degli indagati. L'acquisizione della ditta sarebbe stata direttamente seguita dal commercialista che, consapevole dell'illiceità dell'operazione, avrebbe suggerito il ricorso al prestanome e si sarebbe occupato di reperire il compendio aziendale per l'esercizio dell'attività imprenditoriale.
Le misure
Il Gip, su richiesta della Procura aretusea, ha disposto per N.T.L. il divieto temporaneo per un anno dell'esercizio della professione di dottore commercialista, il divieto temporaneo di esercitare imprese per un anno nei confronti di G.B. ed il sequestro della rivendita di generi alimentari.