La vendita di droga avveniva nello storico rione San Cristoforo, l'organizzazione avrebbe avuto un giro di affari illeciti di circa 10mila euro al giorno
Una piazza di spaccio nello storico rione San Cristoforo che fatturava 10mila euro al giorno è stata smantellata dai carabinieri del comando provinciale di Catania che hanno eseguito un'ordinanza emessa dal Gip nei confronti di 22 indagati. Nell'ambito della stessa operazione, nome in codice 'Concordia', i militari dell'Arma hanno disarticolato anche un gruppo specializzato nella vendita 'a domicilio' di cocaina e crack che veniva consegnata ai clienti su ordinazione. Sono dieci le persone portate in carcere, otto delle quali erano già ai domiciliari, sette quelle poste agli arresti domiciliari e cinque gli obblighi di dimora eseguiti dai carabinieri di Catania.
Il blitz a Catania
Secondo le indagini a gestire la piazza di spaccio nella zona di via della Concordia, all'incrocio tra via Cordai e via della Concordia, era un 56enne agli arresti domiciliari aiutato dal suocero e dalla moglie (entrambi erano già agli arresti domiciliari, la donna è stata nuovamente sottoposta a tale misura nell'odierna operazione): in un video girato dai carabinieri si vede la donna con in braccio un bambino piccolo mentre aiuta il marito a raccogliere una busta contenente droga. Tra gli indagati anche due tassisti (uno dei quali in carcere) che rivendevano la cocaina ai clienti di un locale notturno. Dalle indagini è emersa la presenza di un altro gruppo, attivo nella zona della stazione ferroviaria, che vendeva la droga soltanto con la tecnica del domicilio, consegnando in moto la cocaina e il crack a casa dei clienti o in posti con loro concordati: l'ideatore del traffico, un 30enne, era già ai domiciliari e nei suoi confronti è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare. Dieci degli indagati, che percepivano il reddito di cittadinanza, saranno segnalati all'Inps per la sospensione del beneficio. L'inchiesta della Dda si è conclusa in tempi brevi: l'informativa finale dei carabinieri è stata depositata a fine maggio del 2020 e la richiesta cautelare è stata avanzata dalla Procura al Gip il mese successivo.