La prima diagnosi dei sanitari del Giglio è di sospetto avvelenamento da botulino. Quattro lavoratori sono stati ricoverati in medicina, uno in neurologia e nove sono stati dimessi. Sei, al momento, sono in osservazione nell'area di emergenza dell'ospedale di Cefalù
Salgono a 23 i lavoratori del cantiere del raddoppio ferroviario della linea Palermo-Messina che sono stati ricoverati nel giro di 36 ore all'ospedale Giglio di Cefalù per una sospetta intossicazione da botulino dopo avere mangiato alla mensa. La diagnosi dovrà essere confermata dall'Istituto Superiore di Sanità di Roma a cui la Fondazione Giglio ha già inviato, ieri pomeriggio, i primi campioni (siero, feci, aspirato gastrico) prelevati dai pazienti giunti in pronto soccorso con sintomi neurologici tipici da avvelenamento.
Il ricovero
Ieri sono arrivati al pronto soccorso i primi operai che accusavano forti dolori addominali e sono stati sottoposti alle analisi di laboratorio. Di questi, tre di loro in condizioni più serie sono stati trasferiti al reparto di terapia intensiva dell'ospedale Cimino di Termini Imerese. Altri 4 sono stati invece ricoverati in medicina, uno in neurologia e nove sono stati dimessi. Sei, al momento, sono in osservazione nell'area di emergenza dell'ospedale di Cefalù. Sembra che tutto derivi da cibo ingerito, non si sa dove. Si controlla, naturalmente, anche la mensa del cantiere che però non sarebbe gestita direttamente dalla Toto Costruzioni, ma da un servizio catering.
Richiesto l'antidoto
I medici hanno richiesto l'antidoto per l'avvelenamento che è stato trovato in un ospedale di Catania. "Stiamo seguendo - ha detto il direttore sanitario Salvatore Vizzi - l'evoluzione epidemiologica essendo importante il numero di soggetti che avrebbero condiviso il pasto in una mensa aziendale. Siamo in stretto contatto - ha aggiunto Vizzi - con il Dasoe dell'Assessorato Regionale alla Sanità".
"La patologia - ha spiegato il responsabile del pronto soccorso Emanuele Sesti - è evolutiva pertanto i pazienti vengono costantemente monitorati".
L’azienda: “Massima assistenza a operai”
"La Società ha prestato, sin dai primi minuti dopo l'accaduto, il massimo dell'assistenza ai dipendenti ricoverati in ospedale intossicazione alimentare. Si tratta di un avvenimento che vede la Società e i suoi dipendenti come parte lesa e sul quale la Società stessa chiede chiarezza. I medici del servizio interno della Toto sono in continuo contatto con i colleghi delle strutture sanitarie dove i nostri dipendenti sono stati ricoverati". Così, in una nota, l’azienda Toto Costruzioni, per la quale lavorano i 23 operai ricoverati. "Costante e continuo - prosegue - è il contatto con le famiglie dei dipendenti ricoverati e in particolare per quelli residenti fuori regione. La Società nel cantiere di Cefalù ha affidato a una primaria e certificata azienda del territorio il servizio per la preparazione e distribuzione dei pasti. Richiedendo e prevedendo nel contratto di fornitura tutte le garanzie igieniche, sanitarie e alimentari, sia nella fase di preparazione sia in quella di trasporto e distribuzione degli alimenti”.
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