I reati ipotizzati, a vario titolo, sono abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, estorsione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Contestata anche la circostanza aggravante dell'utilizzo del metodo mafioso
L'assegnazione condizionata dall'influenza mafiosa di 1.100 ettari di pascoli del Parco dei Nebrodi mediante licitazione privata con il metodo delle offerte segrete tenute, tra il 2014 e il 2017, da parte dell'Azienda speciale silvo pastorale di Troina, è al centro dell''inchiesta 'New Park' della Dda di Caltanissetta che ha disposto perquisizioni nei confronti di 12 indagati.
Il provvedimento
Il provvedimento riguarda 10 imprenditori agricoli e due funzionari pubblici 'infedeli'. Nell'ambito della stessa operazione le Fiamme gialle hanno notificato un avviso di garanzia a 14 indagati. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, estorsione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Contestata anche la circostanza aggravante dell'utilizzo del metodo mafioso.
Gli indagati
Tra gli indagati ci sono anche due ex direttori pro tempore dell'Azienda speciale silvo pastorale di Troina: G.A.M. e S.P.. Secondo la Dda di Caltanissetta, i 10 "avvalendosi del metodo mafioso e della forza intimidatrice, hanno di fatto monopolizzato le procedure negoziali". Questo, accusa la Procura, avrebbe "scoraggiato l'accesso alle stesse ad altri concorrenti con fondate aspettative di aggiudicazione della gara pubblica, ottenendo in tal modo l'assegnazione di lotti di pascolo mediante la presentazione di offerte 'incoerentemente' minime - previamente concordate tra i coindagati - rispetto a quelle fissate a base d'asta". Le aggiudicazioni illecite, ha ricostruito la guardia di finanza, avrebbero permesso ai 10 imprenditori "la percezione indebita, dal 2014 al 2017, di contributi comunitari per complessivi 2,5 milioni di euro" Inoltre, da controlli sulla gara bandita nel 2017, è emersa l'ipotesi di un'estorsione a opera di altri due indagati a un imprenditore del Messinese legittimamente assegnatario di alcuni lotti di pascolo che erano prima gestiti da alcuni degli indagati. Durante le perquisizioni domiciliari eseguite dalle Fiamme Gialle del comando provinciale di Enna sono stati rinvenuti e sottoposti a ritiro cautelare 12 fucili, tre pistole, 10 coltelli e munizioni di vario calibro.