I carabinieri hanno ammanettato persone anche a Siracusa e Palermo: 13 sono finite in carcere, 22 ai domiciliari, altre 3 sottoposte a obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Due indagati risultano importanti esponenti della “famiglia” Santapaola-Ercolano
I carabinieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 38 persone, indagate (a vario titolo) per associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori ed estorsione. Di questi, 13 sono in carcere, 22 sono stati posti agli arresti domiciliari. Tre, invece, sono le persone sottoposte all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli arresti sono stati eseguiti tra Catania, Siracusa e Palermo.
L’inchiesta
L'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (con la procura distrettuale di Catania a coordinare le indagini) ha fatto luce sulle dinamiche criminali interne a un clan operante nell'hinterland etneo. In particolare, è stato evidenziato il ruolo preminente di due dei soggetti coinvolti nell’operazione, indicati come personaggi di prim'ordine della “famiglia” Santapaola-Ercolano di Cosa Nostra.
L’operazione “Overtade”
Nell’operazione “Overtade” di questa mattina, nei confronti del gruppo di Mascalucia (nel Catanese) della famiglia di Cosa nostra Santapaola-Ercolano, i carabinieri hanno sgominato un imponente traffico di marijuana e riscontrato reati quali estorsioni mafiose (la maggior parte non contestati per mancata collaborazione delle vittime) e in materia di armi e intestazioni fittizie di beni.
L’indagine
L'indagine è stata condotta dal nucleo Investigativo di Catania tra il dicembre del 2016 e il dicembre del 2018 e si è avvalsa anche delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Era stata avviata per monitorare le attività del gruppo di Mascalucia e dei suoi associati, all'indomani della scarcerazione di due esponenti di vertice della famiglia Santapaola-Ercolano. Sono infine stati contestati 46 capi di imputazione nei confronti di 51 indagati.
Il traffico di droga
Il traffico di cocaina, hashish e marijuana avrebbe avuto come figure centrali uno dei due, al quale vengono contestati 18 capi di imputazione, e il suo gruppo criminale, costituito da diversi parenti, uno dei quali aveva il compito di mantenere i contatti con gli acquirenti e di occuparsi, insieme a un altro membro del nucleo, del trasporto e della consegna dello stupefacente.
L’organizzazione dello spaccio
Secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine, uno dei due scarcerati sarebbe riuscito a stringere amicizia con esponenti della criminalità organizzata calabrese e altri gruppi mafiosi operanti nel territorio etneo e nelle altre province siciliane. Con tutti loro, l’uomo avrebbe attivato diversi canali di rifornimento per l'acquisto di ingenti quantitativi di droga. Proprio in ragione del credito goduto, l’individuo sarebbe riuscito ad ottenere la fornitura di stupefacenti a credito e a un prezzo più favorevole rispetto a quello del mercato ordinario, al quale avrebbe poi applicato un rincaro che costituiva il guadagno per la sua intermediazione. Il soggetto non avrebbe gestito nessuna piazza di spaccio sul territorio e si sarebbe limitato a movimentato grossi quantitativi di droga a favore di importanti acquirenti, i quali ne avrebbero curato successivamente la distribuzione agli spacciatori al dettaglio. Dell'associazione avrebbe fatto parte anche il figlio, il quale avrebbe affiancato il padre nei traffici più rilevanti, tra i quali la fornitura di droga in provincia di Siracusa e in provincia di Catania.
Le altre attività illegali
Nei confronti del soggetto in questione è stata inoltre accertata anche un'estorsione, compiuta insieme al genero, ai danni di un esercizio commerciale di Nicolosi (in provincia di Catania) e la fittizia attribuzione alla moglie del genero di un’impresa per la commercializzazione di prodotti lattiero caseari e uova (che è stata sequestrata), allo scopo di eludere la normativa in materia di misure di prevenzione.