Il gup si è dichiarato incompetente per territorio per tutti gli altri imputati, tra cui l'ex sottosegretario Simona Vicari, anche lei indagata nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione a Trapani
L'ex governatore siciliano Rosario Crocetta è stato rinviato a giudizio dal gup di Palermo con l'accusa di corruzione perché avrebbe ricevuto due bonifici, in tutto 10mila euro, che dovevano andare al suo movimento Riparte Sicilia, nato per le regionali del 2017 e mai diventato una realtà politica. Crocetta dovrà spiegare ai giudici il perché di quella somma, difendendosi in tribunale dall'accusa di corruzione insieme al suo ex segretario, Massimo Finocchiaro, e all'armatore Ettore Morace. Il giudice si è dichiarato incompetente per territorio per tutti gli altri imputati, tra cui l'ex sottosegretario Simona Vicari, anche lei indagata per corruzione e ha rimandato gli atti alla procura affinché li trasmetta a Trapani, sede, secondo il magistrato, competente sulla vicenda. Crocetta invece comparirà a febbraio davanti al tribunale di Palermo insieme a Morace, che è stato rinviato a giudizio per questa vicenda mentre per le altre accuse si troverà davanti al gip di Trapani.
Il blitz del 19 maggio
Il 19 maggio il maxi blitz anti-corruzione aveva scosso il mondo politico siciliano con l'arresto dell'allora candidato sindaco di Trapani, Girolamo Fazio, ex esponente di Forza Italia, l'armatore Ettore Morace e un funzionario della Regione Siciliana, Giuseppe Montalto. Tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta Mare Monstrum anche la sottosegretaria alle Infrastrutture, Simona Vicari, che poi si è dimessa, e Crocetta per concorso in corruzione.
Il sistema corruttivo
Per i magistrati i Morace, proprietari della più grande compagnia marittima di aliscafi d'Europa, la trapanese Ustica Lines, poi ribattezzata Liberty Lines, avevano creato un vero e proprio sistema corruttivo potendo contare sulla complicità della Severino, allora dirigente dell'Assessorato regionale ai Trasporti. Era lei a fare i bandi per i collegamenti con le isole minori. Bandi che avrebbero favorito gli interessi della compagnia di navigazione degli armatori napoletani. Dall'inchiesta emerse che grazie all'aiuto della dirigente, i Morace, attraverso le cosiddette compensazioni finanziarie, avrebbero guadagnato in 6 anni 10 milioni in più di quanto legittimamente gli sarebbe spettato. La Severino sarebbe stata ripagata con regali, viaggi e l'assunzione della figlia. Uno scambio venuto meno quando al suo posto arrivò Dorotea Piazza, la nuova funzionaria, insospettita dai testi dei bandi, si rivolse agli inquirenti. I Morace avrebbero potuto contare anche su un'altra serie di funzionari che, in cambio di viaggi gratis sugli aliscafi della compagnia, avrebbero contribuito a predisporre bandi di favore.
Il ruolo di Montalto, Fazio e Vicari
Giuseppe Montalto, invece, si sarebbe speso per far lievitare la liquidazione che Morace avrebbe dovuto dare a Marianna Caronia, ex deputata regionale ed ex dipendente della Siremar, società acquistata dagli imprenditori. Simona Vicari, ex parlamentare e sottosegretario, avrebbe caldeggiato un emendamento alla Legge di Stabilità che, incidendo sull'Iva nei servizi di trasporto marittimo, avrebbe fatto risparmiare all'armatore un milione e mezzo, causando, però, un ammanco di sette milioni nelle casse dello Stato. Per ringraziarla, Morace le avrebbe comprato un Rolex da 5.800 euro. E l'acquisto dell'orologio, commissionato alla segretaria dell'armatore proprietario della Liberty Lines, tra le maggiori compagnie europee di aliscafi, fu captato nelle intercettazioni dai carabinieri. Come pure i ringraziamenti di Vicari. Girolamo Fazio, infine, all'epoca candidato sindaco a Trapani, si sarebbe attivato, in cambio di regali, favori e sostegno finanziario alla campagna elettorale, nel bloccare consulenti regionali sgraditi a Morace, nel perorare un suo ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa su una gara annullata dalla Regione e favorire nelle scelte politiche e amministrative l'armatore.