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Mafia, traffico illecito di rifiuti: operazione nel Ragusano. VIDEO

Sicilia
Foto di Archivio (ANSA)

Tra i reati contestati rientrano l'estorsione pluriaggravata, l'illecita concorrenza con minaccia, le lesioni aggravate, la ricettazione, la detenzione e il porto di armi e il danneggiamento seguito da incendio

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Su delega della direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, la polizia di Ragusa ha eseguito, a Vittoria, numerose ordinanze di custodia cautelare e sequestri preventivi di aziende nel settore del riciclo plastiche nell'ambito dell'operazione "Plastic Free". Tra i reati contestati rientrano l'estorsione pluriaggravata, l'illecita concorrenza con minaccia, le lesioni aggravate, la ricettazione, la detenzione e il porto di armi e il danneggiamento seguito da incendio.

L'attività investigativa

Le indagini erano scattate nel 2014 - in seguito a un sequestro di calzature contenenti materiali nocivi per la salute - e hanno permesso di disarticolare un'associazione per delinquere, di stampo mafioso, denominata "stidda", finalizzata al traffico illecito di rifiuti aggravato. Era stata ipotizzata dagli investigatori l'esistenza di un'organizzazione dedita al traffico di rifiuti plastici, acquisiti da imprese di raccolta e stoccaggio aventi sede nelle province di Ragusa e Catania ed esportati in Cina. Qui venivano utilizzati per la fabbricazione di scarpe, poi importate in Italia e commercializzate pur contenendo, per i magistrati, sostanze tossiche.

Gli arrestati

Nell'ambito di questa operazione, sono 15 gli arrestati. Tra i quali anche Claudio Carbonaro di Vittoria, reo confesso di omicidi, poi collaboratore di giustizia e tornato in libertà quattro anni fa alla fine del programma di protezione. Secondo l'accusa, Carbonaro stava riorganizzando il clan con un modus operandi meno sanguinario e più imprenditoriale puntando sullo smaltimento della plastica delle serre. In manette anche Giovanni e Raffaele Donzelli, padre e figlio, titolari dell'azienda Sidi.

Le dichiarazioni del questore

"C'è stato un patto scellerato tra l'associazione mafiosa che si stava ricostruendo con a capo Claudio Carbonaro e l'imprenditoria locale". Sono le parole del questore di Ragusa ,Salvatore La Rosa. Poi: "L'indagine ha permesso di verificare che alcuni imprenditori di Vittoria avevano vantaggi enormi per lo smaltimento della plastica e riuscivano ad estromettere altri operatori puntando sulle minacce e sulla pressione mafiosa. Tra l'altro vi era stata una spartizione del territorio tra le famiglie mafiose di Ragusa e Caltanissetta proprio per non calpestarsi vicendevolmente i piedi".