Modica, 64enne morto per le botte: messa alla prova per i 2 minorenni
SiciliaAngelo Partenza è deceduto a gennaio per le lesioni riportate durante l'aggressione da parte dei due imputati, di 15 e 16 anni. Se fra 30 mesi i due avranno rispettato le restrizioni e dato segni di pentimento, il reato sarà considerato estinto
Messa alla prova per 30 mesi: è la decisione del Tribunale per i Minorenni di Catania, presieduto da Alessandra Chierego, nei confronti di due giovani di Modica (Ragusa), accusati di omicidio preterintenzionale per la morte del 64enne Angelo Partenza, avvenuta il 19 gennaio. L'uomo era deceduto per lesioni riportate dopo una violenta aggressione. I due imputati avevano 15 e 16 anni. Il provvedimento, come rendono noto i legali dello studio 3A-Valore Spa, che assistono Giuseppa Partenza, sorella della vittima, ha avuto il parere positivo del PM Silvia Vassallo.
Cos'è la messa alla prova
Il provvedimento adottato coincide con la sospensione del processo: a conclusione dei 30 mesi, se i due ragazzi, incensurati, seguiti da un giudice onorario, avranno rispettato le restrizioni loro imposte con atti di ravvedimento, il reato potrebbe essere considerato estinto, altrimenti il procedimento sarà riaperto. Per i legali dei due imputati è possibile, in caso di buona condotta, chiedere un termine anticipato rispetto ai due anni e mezzo previsti.
Contraria la famiglia della vittima
Per i familiari della vittima, assolutamente contrari a questo beneficio, non è possibile dare un proprio parere in aula: nei procedimenti minorili non è prevista la costituzione di parte civile. "È successo ciò che temevamo e che in fondo sapevamo", commenta Giuseppa Partenza. "È l'ennesima beffa dello Stato italiano contro i più deboli. I ragazzi non hanno capito nulla della messa alla prova. L'unica cosa che hanno ben capito è che l'hanno fatta franca. Ci scandalizziamo tanto di fatti come Manduria, parliamo di deriva giovanile, ma se questa è la giustizia, la società italiana se lo merita".