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Palermo, bandiera della Lega bruciata durante il corteo dell’8 marzo

Sicilia
Bandiera della Lega bruciata durante il corteo dell'8 marzo a Palermo (ANSA)

A dare alle fiamme il simbolo sono state alcune ragazze. La notizia è stata resa nota dal consigliere regionale della Lega alla Regione Sicilia Tony Rizzotto 

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Una bandiera della Lega è stata bruciata ieri da alcune ragazze durante la manifestazione dell’otto marzo, giorno della Festa della Donna (LE MANIFESTAZIONI A MILANO E TORINO). Ne dà notizia il consigliere regionale della Lega alla Regione Sicilia Tony Rizzotto. “Il fatto è triste per chi ha compiuto il gesto - ha detto Rizzotto - . Ognuno è libero di esprimere il proprio consenso o dissenso rispetto alle posizioni politiche della Lega o di qualsiasi partito, ma bruciarne il simbolo evoca tempi bui che nessuno di noi si augura. È un fatto ancora più grave considerando che la Lega è oggi, secondo i sondaggi, il principale partito italiano - ha aggiunto - e quel gesto è quindi un'offesa per milioni di elettori e militanti”. 

Gelarda: "Segnale di intolleranza"

"La bandiera della Lega bruciata a Palermo durante il corteo dell'8 marzo è un brutto segnale d'intolleranza politica che nulla ha a che vedere con le rivendicazioni femministe. Non è comunque con questi atti che potrà essere rallentato il nostro cammino rispetto alle riforme che ci chiedono gli italiani. Dalla Sicilia alle Alpi". Lo ha detto Igor Gelarda, responsabile siciliano enti locali della Lega e capogruppo del Carroccio in consiglio comunale a Palermo, intervenendo da Messina dove alle 17 i vertici regionali del partito incontreranno i cittadini sui temi della legittima difesa e della sicurezza nella chiesa Santa Maria Alemanna, in via Sant'Elia, alla presenza tra gli altri di Gianni Tonelli, parlamentare nazionale e segretario della commissione di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. "Il rispetto per gli avversari politici è una cosa fondamentale - ha aggiunto l'esponente siciliano del Carroccio - e alzare i toni con questi gesti violenti è controproducente sia per chi li compie, che per l'intera comunità nazionale. Mi auguro che nessuno pensi di ridurre quanto accaduto al rango di folklore perché invece si tratta di un gesto esecrabile da non sottovalutare".