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Palermo Calcio, corruzione: derubricate accuse a Sidoti e Giammarva

Sicilia
Giovanni Giammarva, ex presidente del Palermo Calcio (Agenzia Fotogramma)

La decisione dei giudici conferma la sussistenza della corruzione, ma stabilisce che l'atto, per cui il magistrato avrebbe ricevuto favori e regali, è da considerare legittimo

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Derubricate in corruzione per esercizio della funzione le accuse a carico di Giuseppe Sidoti, giudice della sezione fallimentare di Palermo, e di Giovanni Giammarva, ex presidente del Palermo Calcio. Nell'ambito dell'inchiesta sulla sentenza pilotata, che avrebbe scongiurato il fallimento della società rosanero, il Tribunale del Riesame di Caltanissetta ha deciso di derubricare le accuse di reato di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. La decisione dei giudici conferma la sussistenza della corruzione, ma stabilisce che l'atto per cui il magistrato avrebbe ricevuto favori e regali, ovvero la sentenza che respingeva l'istanza di fallimento della società calcistica, è da considerare legittimo.

Ridotte le misure interdittive a Sidoti e Giammarva

A Sidoti, accusato di aver respinto la richiesta di fallimento del club in cambio di favori e regali, è stata ridotta a sei mesi, anziché un anno, la misura interdittiva della sospensione dalla funzione di magistrato. La stessa riduzione è stata applicata al divieto di esercitare funzioni direttive nelle persone giuridiche notificato a Giammarva. All’ex presidente del Palermo Calcio è stata revocata la sospensione dalla professione di commercialista con effetto immediato.

L’inchiesta

I sospetti di un accordo corruttivo messo in atto per pilotare la sentenza sul fallimento del club rosanero sono emersi nell'indagine dei PM palermitani sull'ex patron Maurizio Zamparini, attualmente agli arresti domiciliari e accusato di varie ipotesi di autoriciclaggio ed evasione fiscale. Il coinvolgimento del giudice fallimentare in servizio a Palermo ha comportato la trasmissione degli atti a Caltanissetta, competente per legge sulle toghe del capoluogo. Oltre a Giammarva e Sidoti è indagato anche l'avvocato Franco Di Trapani, uno dei legali della società rosanero.

La telefonata tra Zamparini e Di Trapani

Agli atti della Procura di Caltanissetta è finita una telefonata tra Zamparini e Di Trapani, risalente ai giorni precedenti il giudizio sul fallimento della società. L'avvocato nella conversazione ha detto al patron di aver incontrato il giudice e di aver parlato del procedimento. Il magistrato, secondo quanto riferisce il legale, avrebbe apprezzato le argomentazioni della difesa e gli avrebbe fatto capire che di lì a poco sarebbe stato depositato un provvedimento. Di Trapani nella telefonata riferisce a Zamparini di aver percepito un atteggiamento molto favorevole da parte del magistrato. Qualche giorno dopo il tribunale ha depositato la sua decisione, che non è né di rigetto dell'istanza di fallimento né di accoglimento, ma di nomina di un collegio di periti per approfondire il caso. I PM nisseni stanno cercando di capire se Sidoti abbia anticipato all'avvocato la decisione che il tribunale avrebbe poi preso. Tre mesi dopo, comunque, la sezione fallimentare ha rigettato la richiesta di fallimento presentata dalla Procura. Ricevuti gli atti da Palermo, Caltanissetta ha continuato a indagare e sono emerse le ipotesi di corruzione.