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Palermo, corruzione: Ustica Lines, fra gli indagati Crocetta e Vicari

Sicilia
Immagine d'archivio (Agenzia Fotogramma)

Si chiude con 14 indagati l’inchiesta sull’armatore trapanese Ettore Morace, amministratore delegato di Ustica Lines, poi divenuta Liberty Lines 

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Si chiude con 14 avvisi l’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Sergio Demontis e dal sostituto Francesco Gualtieri, sull’armatore trapanese Ettore Morace, amministratore delegato di Ustica Lines, poi divenuta Liberty Lines. La società era incaricata di collegamenti fra la Sicilia e le isole minori. Le indagini erano scattate a seguito della denuncia di una dirigente regionale, Dorotea Piazza, che si era opposta alle richieste degli armatori, annullando un bando, e sarebbe stata per questo minacciata.

Gli indagati

Fra i 14 indagati, oltre a Ettore Morace e al padre Vittorio, figurano l'ex presidente della Regione Rosario Crocetta, l'ex sottosegretario Simona Vicari, l'ex sindaco di Trapani ed ex deputato regionale Girolamo Fazio, il deputato regionale Marianna Caronia, e, infine, la dirigente regionale Salvatrice Severino.

L’accusa

La società di Morace avrebbe ottenuto, tra il 2008 e il 2014, dieci milioni di euro come compensazione finanziaria di servizi di trasporto marittimo che in realtà non sarebbero stati effettuati. Inoltre, secondo l’accusa, Morace avrebbe finanziato con due bonifici di 5mila euro il progetto politico "Riparte Sicilia" dell'ex presidente della Regione Crocetta, in cambio del sostegno agli interessi della Ustica Lines. Inoltre, per aver appoggiato un emendamento a lui favorevole, Morace avrebbe regalato un orologio a Simona Vicari, ex Sottosegretario di Stato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Sia Crocetta che Vicari hanno negato di aver favorito con il proprio operato gli interessi dell’armatore. Crocetta ha anche sottolineato di aver seguito, nella predisposizione dei bandi, una linea sfavorevole alla Ustica Lines. Vicari si è dimessa dal suo ruolo come sottosegretario. La società di Morace avrebbe ottenuto, tra il 2008 e il 2014, dieci milioni di euro come compensazione finanziaria di servizi di trasporto marittimo che in realtà non sarebbero stati effettuati.