Si tratta dell'operazione "Port utility": eseguite sei ordinanze di custodia cautelare e due professionisti interdetti dalla loro attività. L'accusa: aggiudicazioni pilotate degli appalti
La Guardia di Finanza di Siracusa ha eseguito nella mattinata di oggi, giovedì 8 novembre, un provvedimento del Gip nell'ambito di un'inchiesta della procura su un presunto sistema di alterazione delle gare d'appalto bandite dall'Autorità portuale di Augusta per la realizzazione di opere infrastrutturali del porto commerciale finanziate con contributi nazionali ed europei. Si tratta dell'operazione "Port utility", nell'ambito della quale sono scattate sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti professionisti della società di progettazione Tecnass srl. Almeno 11, secondo l'accusa, le gare irregolari, per un valore di 100 milioni di euro.
Gli indagati
Una persona è stata portata in carcere, l'ingegnere Nunzio Gaetano Miceli, mentre cinque sono agli arresti domiciliari: l'architetto Pietro Magro e il fratello Giovanni, geometra e attuale commissario provinciale dell'Udc, l'ingegnere Giovanni Sarcià e il geometra Venerando Toscano, entrambi funzionari dell'Autorità portale di Augusta, e infine Antonino Sparatore, commissario di gara. Per questi cinque indagati è stato disposto il sequestro della somma di un milione di euro sui patrimoni personali di ciascuno, e partecipazioni in società o enti. Inoltre, sono due i professionisti interdetti dalla loro attività: Salvatore La Rosa, consulente, e Francesco Patania, commissario di gara.
Appalti pilotati
Come spiegato dal comandante provinciale della Guardia di finanza, colonnello Luca De Simone, "i bandi e i disciplinari di gara non venivano predisposti dai funzionari dell'Autorità portuale, ma dai professionisti della società di progettazione siracusana, mentre i responsabili unici del procedimento si limitavano alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale". Grazie a tali aggiudicazioni pilotate degli appalti, i titolari dello studio di progettazione avevano concluso, secondo i magistrati, accordi per ottenere consulenze per quasi 8 milioni di euro. "Atti di corruzione che avevano creato un inquinamento devastante nell'apparato pubblico", ha commentato il procuratore aggiunto Fabio Scavone.