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Enna, gestiva giro di prostituzione in sei regioni: arrestata 43enne

Sicilia
Foto di archivio (ANSA)

La donna, dominicana, inviava i proventi dell’attività illecita a Santo Domingo. Con lei fermate altre sei donne che si prostituivano in vere e proprie “case aperte” 

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Un’inchiesta della Procura di Enna ha fatto luce su un vasto giro di prostituzione tenuto in svariate “case aperte” a Gela, Comiso, Carbonia, Cagliari, Nuoro, Oristano, Macomer, Vibo Valentia e Desenzano del Garda. L’operazione ha portato all’arresto di Lucia Nefertaris Altamonte, dominicana di 43 anni. La donna è accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nonché di autoriciclaggio. La questura ha notificato i divieti di soggiorno a Enna, Gela, Nuoro e Cagliari alla donna e ad altre sei connazionali che, secondo l’accusa, si prostituivano e gestivano il giro di prostituzione assieme ad altre donne, le quali pagavano “rette” molto elevate. Per tre uomini italiani il Gip ha disposto, invece, l’obbligo di firma.

Il modus operandi

Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Enna, i tre uomini si occupavano della logistica: reperivano gli appartamenti, procacciavano i clienti, andavano a prendere le prostitute al loro arrivo e facevano fronte a tutte le loro esigenze. In cambio, ottenevano dalle donne prestazioni sessuali, denaro e regali. Le prostitute stavano massimo due settimane in ciascun appartamento. I proprietari degli immobili dati in affitto, invece, rimanevano all’oscuro dell’attività illecita che avveniva all’interno dei loro appartamenti. Nella sola Enna la polizia ha scoperto cinque case, che venivano, come tutte le altre, pubblicizzate su siti Internet specializzati, gestiti da un indagato che abita nel Lazio.

Introiti reinvestiti a Santo Domingo

Secondo il procuratore Massimo Palmeri e il sostituto Stefania Leonte, titolari dell’inchiesta, al vertice del sistema c’era proprio Lucia Nefertaris Almonte, che "aveva organizzato una rete di canali finanziari per reinvestire nel suo Paese di origine i capitali illegalmente introitati, attuando una serie di trasferimenti di denaro 'a cascata', nell'acquisto di appartamenti ed in un'attività imprenditoriale di cui è proprietaria a Santo Domingo". Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Enna, solo nel secondo trimestre del 2017, la donna avrebbe inviato nel suo paese d’origine circa 30mila euro in contanti. Per trasferire il denaro la donna si serviva di un’attività commerciale di Desenzano sul Garda, dove effettuava operazioni di “money transfer” su conti intestati a familiari e a dipendenti a Santo Domingo.