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Gela, 1.500 persone in piazza contro la mafia

Sicilia
Gela vista dall'alto. Foto di archivio (Fotogramma)

I manifestanti hanno inviato una lettera al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in cui denunciano l'emergenza sicurezza e chiedono l'invio di rinforzi a carabinieri e polizia 

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Al grido "Gela è nostra, non ci fate paura", la città è scesa in piazza sabato 27 ottobre, in maglietta bianca per gridare forte il suo "No" a chi vorrebbe riportarla indietro al terrore degli anni di piombo della guerra di mafia, divampata nel 1987 e terminata nel 1994.
Gela ha reagito così, con la mobilitazione popolare, all'escalation degli attentati incendiari che, la scorsa settimana, ha raggiunto il culmine con la distruzione del lido "B-cool Beach", davanti alla rotonda a est del lungomare di Macchitella, e del bar "Belvedere", alle spalle del municipio, e con il tentativo di incendio del bar "Lory", in via Palazzi. Circa 1500 persone, tra cui rappresentanti di tutte le categorie produttive, studenti, scout, enti, associazioni professionali e di volontariato, hanno risposto all'appello di Confcommercio, Confesercenti, Cna e Confartigianato, radunandosi proprio davanti ai resti carbonizzati del "B-cool beach", gridando "la mafia fa schifo".

La lettera a Salvini

I partecipanti, in una lettera al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, hanno denunciato l'esistenza di una emergenza sicurezza e chiesto l'invio di rinforzi a carabinieri e polizia ipotizzando perfino l'intervento dell'esercito. Al raduno hanno portato la loro solidarietà anche la Chiesa e il governo regionale con il vice presidente, Gaetano Armao, presente "per contestare - ha detto - questo sciacallaggio nei confronti delle imprese, di chi lavora e dà lavoro, da parte di disperati che utilizzano la violenza. Siamo venuti - ha continuato, Armao - per stare vicino alle imprese, vicino alla città che vuole il riscatto, dopo aver subito troppe vessazioni e sfruttamenti, e che deve trovare nella crescita e nel lavoro vero la sua opportunità di sviluppo". Per il vice governatore, "la Regione deve chiedere il rafforzamento delle misure di controllo del territorio adeguate a una grande città come Gela e ai suoi interessi economici". Delusi quanti si aspettavano la presenza massiccia di commercianti, i cui negozi sono rimasti regolarmente aperti pur aderendo alla giornata di lotta con manifesti in vetrina. Soddisfatti della solidarietà ricevuta i proprietari degli esercizi incendiati: "Ci sentiamo meno soli - hanno detto, ringraziando - e lotteremo con tutte le nostre forze perché i nostri locali rinascano come e meglio di prima".