Il prete è stato condannato con l’accusa di abusi sessuali nei confronti di un 13enne. I suoi legali annunciano il ricorso in appello: nel frattempo resterà ai domiciliari
Otto anni di reclusione per abusi sessuali perpetrati nei confronti di un ragazzino di tredici anni. È questa la sentenza di condanna emessa nel pomeriggio dai gudici del Tribunale di Avellino nei confronti di un sacerdote irpino 50enne, fondatore della casa di accoglienza "Figli di Emmaus" di Prata Principato Ultra (in provincia di Avellino). Gaetano Aufiero e Gianpiero De Cicco, gli avvocati che difendono il sacerdote, annunciano il ricorso in appello. In attesa del secondo grado di giudizio, il prete resterà agli arresti domiciliari.
La sentenza
La sentenza dei giudici del tribunale di Avellino, riformulando la richiesta di condanna a 11 anni presentata dal pubblico ministero a conclusione del dibattimento, ha ritenuto il prete colpevole dei reati contestatigli anche se ha escluso l'aggravante costituita dal pagamento in denaro o in altra natura per ottenere le prestazioni sessuali. I giudici hanno ritenuto credibili le accuse nei confronti del sacerdote da parte del ragazzino. Accuse supportate, secondo il collegio giudicante, da messaggi telefonici, foto, video e materiale sequestrato al sacerdote.
La denuncia del ragazzo
Al processo di primo grado si è arrivati dopo la denuncia presentata dal padre del ragazzo che l'anno precedente aveva frequentato un campo estivo organizzato da don Livio nella struttura di Prata Principato Ultra.