In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Napoli: clan imponeva l'acquisto di prodotti caseari e materiale edile

Campania
©Ansa

Operazione congiunta Carabinieri-Dia: notifice 25 misure cautelari nei confronti di presunti appartenenti alla camorra, tra i destinatari anche i vertici del clan Agostino e Nicola Sangermano

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Sono state notificate venticinque misure cautelari nei confronti di presunti appartenenti alla camorra a Napoli, tra appartenenti al clan Agostino e Sangermano, con l'ipotesi di associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza, usura, autoriciclaggio e porto e detenzione illegale di armi comuni da sparo, quest'ultimi reati aggravati dalle finalità e modalità mafiose. Notificato anche un sequestro, da 30 milioni di euro, riguardanti terreni e fabbricati, società, autovetture e rapporti finanziari. L'operazione è stata svolta congiuntamente da Carabinieri e Dia.

Le indagini

Documentato anche l'inchino della statua della Madonna davanti alla villa del boss, durante le indagini sul clan Sangermano. L'attività investigativa dei carabinieri e della Dia, svolta dal 2016 al 2019 ha consentito di evidenziare l'operatività del sodalizio criminale, con base a San Paolo Bel Sito (Napoli) e con interessi nell'agro nolano oltre che in una parte della provincia di Avellino. Il controllo del territorio avveniva anche attraverso l'uso delle armi, di cui ne è stata accertata l'ampia disponibilità da parte del clan. Le indagini hanno fatto emergere le plurime condotte estorsive: i Sangermano imponevano articoli caseari a numerosi esercizi commerciali della zona e, agli imprenditori, l'acquisto di provviste per l'edilizia da una sola rivendita di riferimento. Il clan si assicurava importanti profitti economici anche attraverso l'attività di riciclaggio, l'illecito esercizio della professione creditizia e la concorrenza illecita esercitata grazie alla forza di intimidazione promanante dalla perdurante azione associativa sul territorio.

L'inchino davanti alla casa del boss

Provocò la dura reazione del parroco e del maresciallo dei carabinieri di San Paolo Belsito, quella sosta della statua della Madonna del Rosario in processione, agli inizi di giugno 2016, davanti alla villa del boss Agostino Sangermano, oggi destinatario di una misura cautelare. Il sacerdote e il suttofficiale decisero di lasciare il corteo quando i portatini si resero protagonisti del gesto nella frazione Livardi su indicazione di un gruppo di persone che stavano partecipando alla celebrazione religiosa insieme ad altre centinaia di fedeli.