Tante le mostre da non perdere a Napoli nel mese di ottobre, tra queste "Creativity for Life. Una mostra fotografica su come la creatività può cambiare il mondo" esposta al Mann dove dopo il successo di “Manga Heroes. Eroi e miti alle pendici del vulcano” arriva la “Japan Week”
Tante le mostre da non perdere a Napoli nel mese di ottobre, tra queste "Creativity for Life. Una mostra fotografica su come la creatività può cambiare il mondo" esposta al Mann dove dopo il successo di “Manga Heroes. Eroi e miti alle pendici del vulcano” arriva la “Japan Week”
Creativity for Life, foto per cambiare il mondo
In ottanta immagini un viaggio per il riscatto iniziato nove anni fa: è stata inaugurata al MANN "Creativity for Life. Una mostra fotografica su come la creatività può cambiare il mondo" (fino al 15 gennaio 2023), progetto nato dall'incontro tra Videndum Media Solutions, l'Associazione Jonathan Onlus e il Ministero della Giustizia - Dipartimento di Giustizia Minorile. Attraverso l'organizzazione di corsi di fotografia e videografia, è stato offerto a ragazzi che hanno vissuto e vivono situazioni di disagio e di esclusione sociale un' occasione d'impegno. L' esposizione ripercorre la storia del progetto raccogliendo i migliori scatti realizzati dal 2014 a oggi, frutto di laboratori didattici itineranti nelle realtà metropolitane e non solo, passando anche dal centro storico di Napoli fino a Procida Capitale della cultura. Con l'edizione 2021 si è infatti coniugato il percorso rieducativo dei ragazzi con l'impegno per la salvaguardia dell'ambiente abbracciando la causa della Onlus Oceanus "No more plastic bags". All'inaugurazione ha partecipato Marco Pezzana, CEO di Videndum Media Solutions. Quello di Jonathan è divenuto quindi un progetto pilota, una esperienza già esportata in altri paesi: accanto agli scatti napoletani in mostra anche immagini di laboratori simili realizzati a Chicago, New York, Sud Africa, Birmingham. L' esposizione, promossa in collaborazione con i Servizi Educativi del MANN (Responsabile: Giovanni Vastano; staff Angela Rita Vocciante) testimonia l'attenzione del Museo a tutte le esperienze virtuose e di rilievo sociale del territorio. Videndum Media Solutions è la principale divisione del gruppo inglese Videndum dedicata al mondo dei content creators.
MANN a tutto Giappone, dai Manga al cinema
Dal fumetto al cinema, partono i Manga, arriva L'Altro Giappone. "Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli continua con nuovi stimoli e suggestioni il dialogo con l'arte e la società nipponica contemporanea'' spiega il direttore Paolo Giulierini a conclusione della mostra "MANGA Heroes. Eroi e miti alle pendici del vulcano" firmata da COMICON. E presentando, come in un passaggio di consegne, la programmazione della "Japan Week" (5 al 9 ottobre) tra film culto di Kitano e Zen Experience. "Essere un istituto di rango internazionale vuol dire recepire e accogliere altre culture, pensiamo alle esposizioni realizzate con Cina e Giappone, altre forme d'arte. E proprio dal fumetto è partita nel 2017 la disseminazione dell'immagine del museo, a partire dalla città e poi in Italia e nel mondo, grazie al progetto universitario Obvia". Che ha portato in dote anche la collaborazione con il popolare salone napoletano. ''Senza il MANN non avremmo potuto ospitare mostre come quelle di Pratt e Moebius" ricorda l'organizzatore Claudio Curcio presentando l'uscita del ricco catalogo Manga (250 pagine, edizioni Comicon) che fa dialogare la tradizione culturale partenopea e quella nipponica, a partire dai vulcani Vesuvio e monte Fuji . "In questi anni una rete di importanti rapporti è stata curata e implementata con il Giappone - aggiunge Giulierini - paese da sempre affascinato da Pompei, come testimonia il successo della straordinaria mostra itinerante 'Pompeii' organizzata dal MANN a Tōkyō, Kyōto, Sendai e Fukuoka, che ha richiamato sin ora oltre 300 mila visitatori. Ricordiamo inoltre che Napoli da oltre 60 anni è gemellata con Kagoshima ed quindi l'importanza che possono avere di tutti questi legami dal punto di vista della programmazione turistica". La rassegna cinematografica organizzata da L'Altro Giappone, tema "Satellites of love", direttore artistico Barbara Waschimps, per il terzo anno nell'auditorium del MANN (con anteprima all'Istituto Grenoble) proporrà dal dramma alla commedia pop, dall'ero-guro al documentario, con ingresso gratuito. E il 5 ottobre torna in allestimento permanente il mosaico con testa di Medusa, proveniente dalla Casa del Citarista a Pompei. All'opera, non esposta dagli anni 90 fu ispirata la riproduzione musiva con la scritta "Imagine", voluta da Yoko Ono nel memoriale di John Lennon al Central Park. Con Giulierini hanno partecipato alla presentazione delle iniziative sul Giappone i direttori degli eventi, l'influencer Kirio1984 e Lise Moutoumalaya (console generale di Francia).
Un inedito David Bowie al PAN di Napoli
Una tappa per tentare di approfondire la poliedricità di David Bowie come uomo ed artista. Vuole essere soprattutto questo la mostra "David Bowie: the passenger. By Andrew Kent" che aperta fino a fine gennaio nel PAN, Palazzo delle Arti Napoli. L'esposizione, realizzata dal produttore Salvatore Lacagnina, della società Navigare, con il patrocinio del Comune, presenta la vita pubblica e privata dell'artista inglese attraverso fotografie e testimonianze di Andrew Kent che lo accompagnò nel tour europeo negli anni Settanta. La curatela di Vittoria Mainoldi e Maurizio Guidoni, di Ono Arte, rende omaggio ad una delle più amate leggende della scena artistica mondiale del XX secolo attraverso 60 fotografie e memorie del fotografo Andrew Kent, che coltivò uno stretto rapporto di amicizia e fiducia con la star, insieme con quasi 90 cimeli e memorabilia di diverse collezioni private. La mostra di Napoli, preceduta dalla tappa a Milano, presenta un nuovo allestimento e due nuove sezioni espositive dedicate alla carriera cinematografica di Bowie - nata proprio a metà degli anni Settanta - e ai costumi, quest'ultima sezione in collaborazione con il corso triennale di Fashion Design dell'Accademia di Belle Arti di Bologna con il coordinamento della professoressa Rossella Piergallini. Focus della mostra, il decisivo periodo che Bowie visse nel 1976, in occasione dell'Isolar tour per presentare l'album Station to station, con 66 concerti in 4 mesi tra Canada, USA ed Europa. Del tour europeo, comprendente 25 tappe, Kent documenta, da una prospettiva privilegiata, esibizioni e viaggi, tra navi, treni, hotel, ma anche l'esplorazione di Bowie delle città e dei loro luoghi più rappresentativi come la Piazza Rossa di Mosca, l'invalicabile Berlino Est, Victoria Station a Londra, dove si verificò l'incidente del presunto saluto nazista di Bowie. Le immagini e i documenti in mostra raccontano, è stato spiegato oggi nell'anteprima per la stampa, "anche uno spaccato storico dell'epoca e dello spirito dei tempi nel clima di Guerra Fredda". Ricordi personali di Kent accompagnano il percorso espositivo costellato da fotografie in bianco e nero e a colori, cimeli del tour, poster dei film in cui l'artista recitò, copertine di riviste ed LP, video, ricostruzioni di ambienti simbolici del viaggio. Prezioso, in questa galleria, il contributo di appassionati collezionisti come l'italiano Mauro Luppi, tra i maggiori cultori mondiali di Bowie. Andrew Kent (Los Angeles, 20 febbraio 1948) è un acclamato fotografo che ha creato molte delle immagini più iconiche delle superstar del rock degli anni Settanta, tra cui Freddie Mercury, Elton John, Jim Morrison, KISS, Iggy Pop e Frank Zappa, anche se la collaborazione più importante di Kent è stata con David Bowie dal 1975 al 1978.
Prosegue la mostra “Tutankhamon - Viaggio verso l'eternità”
Prosegue fino all'8 gennaio 2023 la mostra dedicata al più noto faraone dell'antichità. La suggestiva location del Castel dell'Ovo di Napoli ospita l'esposizione "Tutankhamon - Viaggio verso l'eternità" nel centenario della scoperta della faraonica sepoltura, che tante preziose informazioni ha fornito sulla conoscenza degli usi e costumi dell'antico popolo egizio. Nel novembre 1922 l'archeologo Howard Carter descrisse i momenti emozionanti di quella che in seguito si rivelò la più importante scoperta archeologica del XX secolo: «Era giunto il momento decisivo. […] ampliando un po' il foro, vi inserii una candela e scrutai dentro. […] man mano che i miei occhi si abituavano al buio, i particolari del locale emersero lentamente dall'oscurità: animali dall'aspetto strano, statue e oro, ovunque il luccichio dell'oro. Per un attimo rimasi muto per lo stupore, e quando Lord Carnarvon, incapace di attendere oltre, mi chiese ansiosamente: "Riuscite a vedere qualcosa?" fui solo capace di rispondere: "Sì, cose meravigliose"». Cent'anni dopo Napoli rende omaggio a quegli istanti impressi nella Storia ed ai loro protagonisti con questa mostra, a cura di Clarissa Decembri, organizzata dalla Innovation di Firenze con il patrocinio del Comune di Napoli. Al Castel dell'Ovo sono attualmente in esposizione oltre 100 riproduzioni dei reperti più importanti trovati nella tomba di Tutankhamon, realizzati a Il Cairo in collaborazione con il Ministero delle Antichità Egizie. Una sala dell'esposizione è dedicata alla mummificazione, dove sono illustrate le varie fasi dell'imbalsamazione. Ricostruzioni scenografiche e la realtà virtuale realizzata da Unsquare Life guidano il visitatore nella conoscenza dei reperti, della loro funzione e della loro storia. I più piccoli possono avvalersi di didascalie a loro dedicate.
Scatti di sale operatorie tra un intervento e un altro
Tre sale operatorie del Sud Italia, fotografate da Pino Musi esattamente cinque minuti dopo il termine dell'intervento chirurgico e l'uscita del paziente e del chirurgo, e dieci minuti prima del riordino della sala, da parte degli infermieri, per l'intervento successivo: è il contenuto della mostra "_08:08 Operating Theatre" a cura di Antonello Scotti, ospitata da Magazzini Fotografici a Napoli dal 17 settembre al 20 novembre. Le sale operatorie di '_08:08 Operating Theatre' diventano il campo di battaglia che Musi, artista visivo di fama internazionale e docente, sceglie per un "corpo a corpo" simultaneo fra sé stesso e gli elementi presenti nello scenario perlustrato, a pochi istanti dal termine di delicate operazioni chirurgiche. Immagini in bianco e nero che occultano, evitando sottolineature a effetto, la riconoscibilità evidente degli elementi di facile spettacolarità, creando, invece, annunciano gli organizzatori, "un percorso che orienta il fruitore a indagare l'interno della macchina scenica, ad analizzarne le tracce residue". È "un teatro senza attori, malati, medici e tecnici, presentato nella sua nudità, senza palpiti, ma con gli umori del post-factum resi attraverso i reperti, le scorie, i residui dell'azione, i relitti di un combattimento, di uno stato di emergenza che il bianco e nero disinnesca" suggerisce Musi "perché è il corpo il protagonista assoluto quanto paradossale di queste immagini, un corpo che è sul confine tra organico e inorganico, un corpo senza organi, come lo dichiara, con crudeltà senza redenzione, Antonin Artaud, in un testo, la Lettera a Pierre Loeb, che è diventato un manifesto dell'arte postumana". Come spiega Scotti, curatore della mostra: "L'immagine è un recinto visivo dove il corpo è solo evocato, ma mai presentato-rappresentato". Ad ospitare la mostra è Magazzini Fotografici, APS nata da un'idea della fotografa Yvonne De Rosa, che ha come finalità la divulgazione dell'arte della fotografia e la creazione di un dialogo a più voci che sia occasione di arricchimento culturale. L'evento è realizzato in collaborazione con la Galleria Tiziana Di Caro.
Il 'Respiro' di Bagnoli in forma multidisciplinare
Raccontare, attraverso linguaggi espressivi multidisciplinari, lo 'spasmo' di un territorio, le implicazioni invisibili di un lungo processo incompiuto, le forme inaspettate di una trasformazione in divenire. E' questo la mostra 'Respiro - Aritmia di un territorio' di Paolo Cappelli. Paola Margherita. Marcello Anselmo a cura di Marco Izzolino (15 settembre - 15 ottobre) in programma nella Fondazione IDIS - Città della Scienza a Napoli (Spazio Galilei), un progetto espositivo che interessa lo spazio geografico dell''area dell'ex Italsider di Bagnoli, rimasto immobile - sottolineano gli organizzatori - "dopo decenni di convivenza con la nocività, di mediazione tra il territorio e i suoi abitanti, di prevalenza dell'uomo sulla natura, di indecisione quasi salvifica di intraprendere un percorso di trasformazione". Il respiro, si evidenzia, "è quel gesto istintivo che permette ad ogni natura di manifestarsi, sopravvivere, darsi una forma, ed è proprio partendo da questo assunto che prende vita il progetto, soffermandosi su una narrazione che renda protagonista non solo lo spazio inteso come luogo fisico ma la sua accezione di luogo generatore di emozioni nella lettura della sua aritmia, da intendersi come incertezza durante la quale è possibile cogliere attimi di legittima interruzione della ragione, di prevalenza della natura sull'intenzione". Nella storia di Napoli, in seguito alla dismissione della fabbrica, l'area di Bagnoli è infatti da sempre stata oggetto di riflessioni, di progettazione infinita, contemporaneamente lo scorrere degli anni ha segnato la sua percezione, nell'immaginario collettivo, di un territorio senza tempo, caratterizzato da sopravvivenza e sperimentazione". Le fotografie di Paolo Cappelli, le sculture di Paola Margherita e il documentario e paesaggio sonoro di Marcello Anselmo traducono in maniera essenziale questo processo affidando allo scorrere della vita e alla trasformazione, il ruolo di fil rouge nella realizzazione delle loro opere.
Nelle foto di Cauchetier omaggio a Godard
È anche un bell'omaggio a Jean Luc Godard, proprio all'indomani della scomparsa del maestro francese, la mostra dedicata a Raymond Cauchetier, il fotografo della Nouvelle Vague, inaugurata a Napoli all'Istituto Francese Grenoble, fino al 15 ottobre, presentata dall'Associazione Palatine. Tra le opere esposte molte sono infatti 'fuori scena' colti sul set del maestro francese, in particolare durante le riprese di 'Fino all'ultimo respiro' con Jean Seberg e Jean-Paul Belmondo sugli Champs Elysées. Scatti che raccontano anche il modo di lavorare di Godard 'spiato' dall'obiettivo del fotografo parigino appena rientrato dal fronte, che si divertiva a mettere in scena lui stesso gli attori e a trasformare le sue immagini in fotoromanzi. Una collaborazione, anche burrascosa, che durò solo dal 1959 al 1963 ma ha generato immagini tra le più celebri della storia del cinema. La storia di Cauchetier è rimasta però a lungo poco nota. Tra le opere più emozionanti, Godard con l'amata Anna Karina, volto femminile della Nouvelle Vague (e il volto del fotografo nello specchio), e ancora il set di "La donna è donna". Prima retrospettiva dedicata ad un'artista dalle molte vite (morto nel 2021 a 101 anni) che arriva a Napoli dopo il successo della tappa romana, in "La Nouvelle Vague di Raymond Cauchetier" non potevano mancare altre immagine iconiche dell' epoca, come quelle legate al lavoro con François Truffaut: c'è Jeanne Moreau che corre sul ponte con Jules e Jim, e lo stesso regista alla finestra, mentre filma. In sottofondo, visitando l'esposizione, si può ascoltare proprio la voce della Moreau che canta "Le tourbillon" e brani jazz da 'Il Disprezzo'. Al vernissage, accolti dal console Lise Moutou Malaya, hanno partecipato la vedova dell'artista Kaoru Cauchetier custode degli archivi, Francesca Pierantozzi e Anais Ginori (Association Palatine). "Godard filmò di spalle Belmondo e Seberg - spiega Francesca Pierantozzi, presidente di Palatine - ma la loro passeggiata, il loro sorriso che regalò a un'epoca quel vento di leggerezza, ribellione e libertà, lo dobbiamo a Cauchetier . Questa mostra è un modo per ringraziarlo" . Kaoru Cauchetier ha portato al Grenoble anche un libro di foto che il marito le dedicò, con scatti del loro viaggio in Italia, sul Vesuvio a Pompei. ''Ritorno a Napoli dopo cinquanta anni, la città è sempre splendida. Questa mostra è un gioiellino. Godard? L' ho conosciuto solo nei racconti di mio marito, il loro è stato l'incontro tra due rivoluzionari, due caratteri forti". Le Monde e il New York Times hanno ricordato ieri il maestro con due foto in esposizione. Nell'occasione presentata anche un altra iniziativa sul tema, "Nouvelle Vague 3 (al cubo)" mostra organizzata a Salerno dal 22 settembre da Tempi Moderni.
“Bill Viola. Ritorno alla Vita” alla chiesa del Carminiello a Toledo
Dal 2 settembre fino all’8 gennaio 2023 l’artista statunitense Bill Viola, padre della videoarte, torna a Napoli con una mostra pensata per la riapertura di un gioiello artistico della città. “Bill Viola. Ritorno alla Vita” è allestita all’interno della Chiesa del Carminiello a Toledo che, per l’occasione, riapre al pubblico. L’allestimento di “Bill Viola. Ritorno alla vita” comprende cinque video-opere di Bill Viola, appositamente selezionate dal Bill Viola Studio per la suggestiva location.
“L’altro MANN. Depositi in mostra”
Sono sessanta le opere presenti nell’allestimento “L’altro MANN. Depositi in mostra”, simbolo di una progressiva restituzione del patrimonio museale alla città e ai turisti. L’esposizione si espanderà, entro il 30 settembre, anche nel Plastico di Pompei: dalle suppellettili delle città vesuviane alle armi dei gladiatori, dai tessili agli ori, con un focus sui commestibili. Una mostra in fieri che, basata sull’incessante lavoro di “scavo” e studio negli immensi depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, prelude al raddoppio delle collezioni pompeiane presentate al pubblico. E c’è una curiosità: tanti tesori, oggi custoditi nei depositi, hanno rappresentato veri e propri cult per la letteratura scientifica sin dal momento della loro scoperta durante gli scavi nelle città vesuviane.