L'indagata ha affermato di essere stata presente quella notte sul luogo dell'aggressione insieme ad altre persone, ma di non essere stata lei a lanciare l'acido che, invece, ha sostenuto, era in possesso delle due vittime, sue nipoti
"Ero presente ma non ho lanciato io l'acido, volevo picchiarle col casco". Ha risposto alle domande del gip di Napoli Saverio Vertuccio la giovane di 19 anni sottoposta a fermo dalla Procura di Napoli (pm Giulia D'Alessandro, procuratore aggiunto Raffaello Falcone) con l'accusa di aver lanciato dell'acido contro le due sorelle nel quartiere Sanità all'una di notte di lunedì scorso. La donna, che si trova nel carcere di Pozzuoli, assistita dal suo legale, l'avvocato Bernardo Scarfò, ha ribadito la versione dei fatti resa agli investigatori della Squadra Mobile in Questura, dove si è recata con l'avvocato martedì scorso, dopo essere stata convocata il giorno prima come persona informata dei fatti.
L'udienza
La zia delle due sorelle vittime ha affermato di essere stata presente quella notte sul luogo dell'aggressione insieme ad altre persone, ma di non essere stata lei a lanciare l'acido che, invece, ha sostenuto, era in possesso delle due vittime, sue nipoti. La donna, rispondendo alle domande che le venivano poste, ha detto che era sua intenzione picchiare le due giovani, che hanno 17 e 23 anni, con il casco bianco che aveva tra le mani. Ma ha anche aggiunto di essere stata costretta a desistere in quanto avvertita da altri componenti del gruppo degli aggressori che le due ragazze avevano con sé l’acido.
Le indagini
L'attenzione degli inquirenti si sta ora concentrando su un'altra ragazza. Tutti i componenti del gruppo che si è reso protagonista dell’aggressione sarebbero stati infatti individuati. Secondo la ricostruzione degli investigatori, che contestano alla ragazza sottoposta a fermo anche la premeditazione, i tre scooter a bordo dei quali viaggiavano sei persone, hanno intercettato, inseguito e fatto cadere le vittime, anche loro in sella a un motociclo; quindi sarebbe stato lanciato l'acido contro le due ragazze, che ormai erano a terra. Una tesi che viene smentita dall'indagata, e zia delle due sorelle, la quale sostiene invece che era sua intenzione solo aggredire e picchiare le giovani per vecchi rancori di famiglia, accesisi circa tre anni fa, e che l'acido era in possesso delle vittime, le quali, ha anche aggiunto l'indagata, secondo quanto a sua conoscenza andavano in giro con bottiglie di liquido urticante in borsa. Durante l'udienza di convalida la Procura ha consegnato al giudice le risultanze di ulteriori attività investigative per integrare il quadro probatorio alla base del provvedimento di fermo notificato all'indagata lo scorso 31 maggio. La difesa della 19enne sostiene che nelle immagini poste alla base del decreto di fermo emesso dalla Procura non è visibile il gesto di cui è accusata la giovane donna.