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Sorrento, furti di autofurgoni: quattro arresti

Campania
©IPA/Fotogramma

Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati. Una quinta persona, anch'essa destinataria del provvedimento di custodia cautelare in carcere, si è resa irreperibile ed è ora ricercata

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A Sorrento, nel Napoletano, i carabinieri hanno arrestato quattro persone perché avrebbero fatto parte di una banda specializzata in furti ai danni di autofurgoni. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati. Una quinta persona, anch'essa destinataria del provvedimento di custodia cautelare in carcere, si è resa irreperibile ed è ora ricercata.

La vicenda

I fatti risalgono al periodo compreso tra aprile e luglio dello scorso anno, quando tra la penisola sorrentina e la provincia di Salerno si sono verificati diversi furti di autofurgoni cassonati. I primi due episodi risalgono al 28 e 29 aprile 2021 e sono avvenuti tra Vico Equense e Massa Lubrense, dove erano stai rubati due autofurgoni Piaggio Porter parcheggiati in strada, tramite la manomissione della serratura e del sistema di accensione. Tra maggio, giugno e luglio 2021, stavolta a Massa Lubrense e Cava dei Tirreni (Salerno), venivano sottratti altri cinque autofurgoni.

Le indagini

Le indagini ''hanno consentito - spiega il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso - di documentare il modus operandi del gruppo criminale che era solito studiare le abitudini dei proprietari dei veicoli rubati prima di commettere i singoli furti, pedinando le possibili vittime e seguendole, talvolta, fino alle loro abitazioni. Una volta giunto nelle aree di interesse, con autovetture di comodo, il gruppo criminale individuava gli obiettivi da 'colpire' e, una volta asportato il veicolo, lo precedeva sulla strada del ritorno per segnalare l'eventuale presenza di forze dell'ordine ed eludere il controllo''. L'attività investigativa, supportata da attività tecniche e da servizi di pedinamento, ha consentito di monitorare costantemente gli indagati, permettendo talvolta di intervenire nell'immediatezza dei furti e di appurare come l'organizzazione criminale commettesse i resti in orario notturno, con il cosiddetto ''metodo della staffetta'', con cadenza quasi quotidiana.