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Napoli, il genero del boss Bosti: compravo e rivendevo gli orologi di calciatori e vip

Campania

Giocatori di calcio, uomini d'affari e nomi dello spettacolo, grazie ai loro ai rapporti intrattenuti con le case produttrici gli orologi vengono acquistati a prezzo di listino e poi rivenduti sui mercati mediorientali a prezzi milionari. A raccontare ai magistrati il giro di affari è Luca Esposito, al centro di indagini del pool anticamorra, ritenuto esponente della cosiddetta alleanza di Secondigliano. Le rivelazioni sono al vaglio dei pm

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Calciatori, uomini d'affari, personaggi dello spettacolo e anche il presidente di una squadra di serie A, sarebbero parte, secondo quando riferiscono oggi Il Mattino e la Repubblica, di un business legato alla compravendita degli orologi di lusso. Acquistati a prezzo di listino grazie ai rapporti intrattenuti con le case produttrici da calciatori e vip gli orologi venivano poi rivenduti sui mercati mediorientali a prezzi milionari. A raccontarlo ai magistrati napoletani è Luca Esposito, detenuto al centro di indagini del pool anticamorra, ritenuto esponente della cosiddetta alleanza di Secondigliano e genero del boss Patrizio Bosti.

Il business degli orologi di lusso

Le sue dichiarazioni sono finite al vaglio degli inquirenti e depositate nel corso di una udienza che si sta tenendo a Napoli in un processo che vede imputati alcuni esponenti della cupola camorristica. Il meccanismo sarebbe questo: prima l'acquisto da parte del calciatore o vip di turno. Poi la rivendita in grandi fiere internazionali come Monaco o Ginevra dove è lo stesso Esposito, che vanta amicizie con sultani arabi, ad occuparsi della conclusione dell'affare. Un business apparentemente pulito (l'orologio viene venduto con tanto di cartellino e garanzia) e più remunerativo della droga o degli stessi diamanti. Basti pensare all'orologio di una nota marca francese - riferisce il teste - comprato per 47 mila euro da un calciatore è stato rivenduto a quattro milioni e mezzo di euro a un sultano arabo. Rivelazioni ora al vaglio dei titolari dell'inchiesta, i pm Alessandra Converso e Ida Teresi coordinati dal capo della procura Gianni Melillo.