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Spaccio nel carcere di Secondigliano, Riesame annulla domiciliari per agente

Campania

L'uomo era stato arrestato lo scorso 21 marzo. L'indagine aveva fatto emergere un giro di spaccio che avveniva all'interno del carcere napoletano di Secondigliano con la complicità di agenti penitenziari, che si sarebbero fatti corrompere per consentire l'introduzione della droga nell'istituto

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Il Tribunale del Riesame di Napoli ha annullato la misura degli arresti domiciliari nei confronti dell'agente della polizia penitenziaria arrestato lunedì 21 marzo nell'ambito dell'indagine della Dda di Napoli con al centro un giro di spaccio nel carcere di Secondigliano. L'uomo, 47 anni, torna quindi libero come richiesto dal suo avvocato che aveva presentato istanza di annullamento dell'ordinanza emessa dal Gip di Napoli.

L'inchiesta

L'indagine ha scoperto un giro di spaccio che avveniva all'interno del carcere napoletano di Secondigliano con la complicità di agenti penitenziari, che si sarebbero fatti corrompere per consentire l'introduzione della droga nell'istituto. Dei 26 arrestati nell'operazione, 22 sono detenuti e quattro agenti, tra cui appunto il 47enne, finito ai domiciliari sulla base delle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia.

La difesa

Nel corso dell'interrogatorio di garanzia al Gip dopo l'arresto, l'indagato ha respinto ogni addebito sottolineando che il suo ruolo all'interno del carcere è sempre stato quello di "attenzionare e segnalare le anomalie"; l'agente ha riferito delle numerose relazioni di servizio da lui redatte e "tese a reprimere comportamenti illegali che avvenivano nell'istituto di pena", e ha anche ricordato che i detenuti mal sopportavano il suo modo di lavorare. La difesa è riuscita in effetti a produrre al Riesame le relazioni di servizio finalizzate a reprimere comportamenti illegali nonché i sequestri di droga effettuati, e persino una copia di una lettera, che i detenuti avevano inviato alla direzione del carcere per chiedere l'allontanamento del 47enne dal Reparto, definito una sorta di "Hitler"; infine sono state fatte notare le incongruenze e le inesattezze delle dichiarazioni dei collaboratori a carico dell'agente.