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Napoli, le 9 mostre da non perdere ad aprile

Campania

Da non perdere “Van Gogh multimedia e La Stanza segreta” a Palazzo Fondi e "Claude Monet: the Immersive Experience" nella Chiesa di San Potito. Vico Equense omaggia Salvador Dalì con “Luce. I Tesori del Maestro"

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Vico Equense omaggia Salvador Dalì con “Luce. I Tesori del Maestro". Da non perdere “Van Gogh multimedia e La Stanza segreta” a Palazzo Fondi e "Claude Monet: the Immersive Experience" nella Chiesa di San Potito.

A Vico Equense l'omaggio a Salvador Dalì

Vico Equense nel segno dell'arte. Nel Museo Mineralogico Campano, inaugurazione della mostra "Salvador DalÍ - Luce. I Tesori del Maestro". L'esposizione è curata da The DalÍ Universe con il patrocinio del Comune di Vico Equense e la collaborazione della locale Pro Loco. La kermesse fino al 30 aprile 2022 offrirà a visitatori e turisti una panoramica delle opere del maestro catalano secondo un percorso "unconventional" rispetto alle tradizionali mostre e ai musei curati dalla The DalÍ Universe di Beniamino Levi in tutta Europa: da Matera a Siena, Praga, Copenaghen, Bruges e Parigi. Con "Salvador DalÍ - Luce. I Tesori del Maestro" si realizza un connubio fra proposta artistica e glamour che si mostrerà, oltre che nelle tradizionali espressioni scultoree, oggetti e grafiche nate dalle mani di DalÍ, anche nella sezione di ori e preziosi che fino ad aprile del prossimo anno saranno il focus centrale dell'esposizione di Vico Equense. Circa 70 i pezzi in mostra con le sculture in oro e diamanti, quelle in argento e i DalÍ d'Or, oggetti di uso comune realizzati in oro. Nelle sale del Museo Mineralogico Campano, inoltre, anche due opere museali: Omaggio alla moda e La Nobiltà del Tempo, una delle realizzazioni più famose del genio del Surrealismo.

“Van Gogh multimedia e La Stanza segreta”, Palazzo Fondi

A Napoli dal 19 marzo e sino al 26 giugno a Palazzo Fondi, la mostra 'Van Gogh multimedia e La Stanza segreta', ideata e organizzata dalla società Navigare Srl. Fruibili oltre 900 i capolavori del maestro olandese in formato digitale (tra i quali La notte stellata, I girasoli, l'Autoritratto con orecchio bendato, il Campo di grano con corvi, alcuni in versione animata) mentre dodici sono le opere originali, tra le quali un van Gogh (Portrait du Docteur Gachet, 1890- Acquaforte). E ancora Bernard, Cézanne, Cormon, Gauguin, Mauve, Monticelli, Toulouse-Lautrec, esposte queste nella sezione Stanza segreta (a cura di Vincenzo Sanfo per Diffusione Italia International Group.), omaggio al sogno irrealizzato di van Gogh: costituire un collettivo di artisti accomunati dallo spirito d'avanguardia, l'"Atelier du Midi", nella casa gialla di Arles. Frutto di un lavoro di ricerca e riproduzione ad alta tecnologia, curatrici Giovanna Strano e Maria Rosso, l'esposizione (su 700 mq) racconta il percorso artistico di Van Gogh (1853-1890) per aree tematiche, mostrando al pubblico ritratti, paesaggi, autoritratti e nature morte. Nella Stanza segreta incisioni, acqueforti, acquerelli, dipinti a olio originali. Presenti anche la riproduzione in dimensioni reali della celebre stanza da letto 'di Arles in Provenza, dove l'artista visse tra il 1888 e il 1889, insieme con una collezione di abiti dedicati alle opere di van Gogh della fashion art designer Gisella Scibona. La mostra, inoltre, ospita anche tre mosaici realizzati dai piccoli della "Fondazione Bambini e Autismo Onlus" di Pordenone, sul modello di altrettanti noti dipinti di van Gogh. "L'uso della multimedialità e della riproduzione digitale offre grandi opportunità nel campo della fruizione dell'arte - spiega il promoter della società organizzatrice Salvatore Lacagnina - Inoltre, nel caso di van Gogh,la tecnologia di alta qualità consente di far risaltare l'uso del cromatismo che accende e rimanda a significati più profondi, esattamente come nelle intenzioni dell'artista".

"Claude Monet: the Immersive Experience" nella Chiesa di San Potito

La mostra internazionale "Claude Monet: the Immersive Experience" resterà a Napoli fino al 31 maggio 2022 nella seicentesca Chiesa di San Potito, in via Salvatore Tommasi. Un successo che, dopo Barcellona, Bruxelles, Milano e Torino, ha convinto la Exhibition Hub, società di Bruxelles specializzata nella progettazione e produzione di mostre immersive, a concedere un'ultima proroga. "Claude Monet: The Immersive Experience" ha coinvolto anche i più piccoli con laboratori a cura di Joiele Lab: i prossimi appuntamenti sono previsti per sabato 26 e domenica 27 febbraio, dalle ore 10:00 alle 19:00, ogni 30 minuti, la prenotazione è obbligatoria. Le visite guidate sono a cura dell'Associazione "L'Arte nel Tempo", partner della mostra. L'esposizione si avvale delle più recenti tecniche di mappatura digitale per creare un'interpretazione totalmente nuova delle opere del padre dell'impressionismo. Tra pennellate proiettate a 360 gradi, su più di 1000 m2 di schermi, e realtà virtuale (VR), il visitatore viene accompagnato in un viaggio attraverso i colori e i giochi di luce di oltre 300 dipinti di Monet. La mostra è in convenzione per i titolari di CartaEffe La Feltrinelli e di campania artecard.

Il Madre celebra Lawrence Carroll

Il Madre di Napoli celebra Lawrence Carroll (Melbourne 1954 - Colonia 2019), artista vissuto tra gli Stati Uniti e l'Italia, con la prima mostra antologica dalla sua scomparsa: 80 opere raccontano la storia, la ricerca e le inquietudini di un interprete cosmopolita della ricerca pittorica, a cura di Gianfranco Maraniello (fino al 5 settembre al Museo d'arte contemporanea Donnaregina. Nelle sue opere sono presenti temi e maniere della pittura contemporanea negli Stati Uniti, da Jasper Johns a Robert Ryman, da Ad Reinhardt a Robert Rauschenberg, come della scultura di Donald Judd e Carl André; partendo dalla progressiva cancellazione di immagini preesistenti, Carroll arriva a stesure di colore bianco simili alla tela stessa. "Siamo orgogliose di presentare al Madre questo omaggio a Lawrence Carroll, - affermano la Presidente Angela Tecce e la Direttrice Kathryn Weir - progetto espositivo che si inserisce nella tradizione delle grandi mostre che il museo ha dedicato a protagonisti della ricerca artistica contemporanea. La pittura, la scultura, le installazioni e le foto di Carroll sono testimonianze di una profonda riflessione interiore e della sua costante indagine sull'esistenza e sulla necessità che l'umanità ha dell'arte'' "Lawrence Carroll ha un ruolo eminente nella storia dell'arte americana per avere mostrato orizzonti e aperture oltre l'impasse dei dogmatismi teorici che avevano sostenuto gli impianti di modernismo e postmodernismo fino alla metà degli anni Ottanta'' dice Gianfranco Maraniello, curatore della mostra . Nei suoi quadri Carroll ha continuato a interrogare gli strumenti dell'arte, tagliando e ricombinando porzioni di tela dove le cuciture sembrano disegni o ferite, innestando oggetti organici o inorganici , fiori, foglie, guanti, scarpe, la polvere del suo studio Tra i suoi lavori più recenti una serie di fotografie esposte precedentemente soltanto in occasione di una mostra presso la Fondazione Rolla (Svizzera), oltre ad alcuni disegni inediti (black drawings). La mostra è realizzata in collaborazione con Lucy Jones Carroll per l'Archivio Lawrence Carroll, che dichiara "Che questa prima e importante retrospettiva dell'opera di Lawrence sia ospitata dal museo Madre di Napoli, la sua città italiana preferita, un luogo così vicino al suo cuore, è un sogno!''.

Al MANN “Sing Sing. Il corpo di Pompei”

Sono probabilmente tra i depositi museali più celebri al mondo fonte inesauribile di 'scavo' per mostre internazionali e nuovi allestimenti temporanei. Con i lunghi corridoi e le celle chiuse da inferriate che li rendono simili a un carcere di massima sicurezza, ai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli è dedicato il 'progetto fotografico' di Luigi Spina "Sing Sing. Il corpo di Pompei" (fino al 30 giugno nella sezione della Villa dei Papiri). Sono decine di migliaia gli oggetti fotografati da Spina negli storici depositi del sottotetto, gli scatti in mostra raccontano la dimensione quotidiana dell'epoca romana: sculture in bronzo, candelabri, lucerne, vasellame, si integrano in un suggestivo percorso di anastilosi. Con questo termine, in archeologia, si intende la ricostruzione ottenuta mediante la ricomposizione, con i pezzi originali, delle antiche strutture.

Il MANN ricorda il terremoto dell'80 con “19:34”

Volti e storie 'in presa diretta' dalla tragedia del terremoto che colpì la Campania e la Basilicata il 23 novembre del 1980: programmata lo scorso anno in occasione del quarantennale (poi rinviata causa pandemia) per la serie Il MANN e la memoria si è aperta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli la mostra “19:34”. Fotografie di Antonietta De Lillo (fino al 2 maggio 2022) con il sostegno della Regione Campania. Oltre cento le foto inedite in bianco e nero, dall'archivio di marechiarofilm, realizze da Antonietta De Lillo allora giovane fotogiornalista destinata a dimostrare la sua capacità narrativa nella trentennale carriera di autrice cinematografica. ''Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 41 anni fa è oggi, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni anche e soprattutto la forza e i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra'' ha detto il direttore del Mann Paolo Giulierini. Partita da Napoli verso i comuni dell'Irpinia ridotti in macerie, le foto raccontano primi soccorsi, i gruppi di ricerca, e poi nei giorni successivi gli accampamenti, le roulotte e i prefabbricati, l'opera dei volontari che giungono da tutta Italia, l'arrivo della neve fino al disgelo, alle soglie di una fragile, ma coraggiosa ripresa. Un tappeto sonoro, tratto dall'archivio di Rai Teche, con le voci dei tg e radiogiornali dell'epoca è diffuso in tutte le sale. ''Sono felice e onorata che queste mie fotografie siano esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli in un dialogo tra l'antichità, un passato più recente e il nostro presente'' scrive De Lillo nel catalogo. Nell'allestimento della mostra patrocinata dall'Ordine dei Giornalisti della Campania, le foto sono commentate da frasi tratte dai giornali dell'epoca e da servizi televisivi. In un video il contributo dell'archeologo Antonio De Simone sul tema dei danni subiti nell'80 dal museo. Il percorso si chiude con l'illustrazione dei recenti studi sull'antisismica condotti dal MANN con l'Università degli studi Federico II Dipartimento di Strutture per l'Ingegneria e l'Architettura (DiSt) diretto da prof. Andrea Prota.

“Enrico Caruso - Da Napoli a New York” al MANN

“Enrico Caruso - Da Napoli a New York” è il titolo della mostra ospitata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (fino al 22 aprile 2022, Braccio Nuovo) per celebrare il centenario dalla scomparsa dell'artista . A cura di Giuliana Muscio, l''esposizione, con la consulenza musicale di Simona Frasca, mette a fuoco con uno sguardo nuovo la figura di Caruso, prima star mediatica moderna e rappresentante dell'emigrazione italiana, capace di conservare e innovare le tradizioni dello spettacolo con uno straordinario impatto sui media statunitensi. La mostra è realizzata da Fondazione Campania dei Festival e Fondazione Film Commission Regione Campania, con il sostegno della Regione Campania e in collaborazione con il MANN e con l'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi. Il percorso narrativo su Enrico Caruso e la sua carriera si basa su una documentazione quanto mai ricca: caratteristica dell'itinerario di visita è proporre un approccio rigoroso dal punto di vista storico e intermediale sotto l'aspetto comunicativo. La mostra propone oltre 250 immagini fotografiche, provenienti dal Metropolitan Opera Archive di New York, dalla Caruso Collection presso il Peabody Institute (Johns Hopkins) di Baltimora e dal museo Enrico Caruso di Villa Bellosguardo a Lastra a Signa. Possibile ritrovare in allestimento non solo materiale audiovisivo d'epoca e cinegiornali, forniti per l'occasione dagli archivi americani e dal fondo Setti della Fondazione Ansaldo, ma anche registrazioni audio originali della produzione discografica del più famoso tenore di tutti i tempi. In una elegante saletta che chiude il percorso è proiettato il documentario "Enrico Caruso: The Greatest Singer in the World", diretto da Giuliana Muscio e prodotto dalla Direzione Generale per gli italiani all'estero del Ministero degli Affari Esteri. Il lavoro, attraverso materiali inediti, racconta la carriera americana di Caruso e la sua modernità sottolineando il fondamentale contributo dei performers italiani nello sviluppo dell'industria dello spettacolo negli Stati Uniti (proiezioni tutti i giorni alle 12.00, alle 16.00 e alle 18.00). Il catalogo della mostra è edito da "ad est dell'equatore".

“Depositions”, Jumana Manna all'Acquedotto Augusteo

Un'artista palestinese incontra le suggestioni della Napoli più antica: è in alcuni reperti del Museo Archeologico Nazionale che Jumana Manna ha trovato ispirazione per il suo nuovo progetto ospitato dall'Acquedotto Augusteo del Serino, nel Borgo Vegini, Rione Sanità. 'Underneath the Arches', programma di arte contemporanea diretto da Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone, presenta dal 5 marzo fino al 30 aprile 2022 'Depositions'. Nei suggestivi spazi del tratto di acquedotto di epoca romana (rivenuto nel 2011 al di sotto dello storico Palazzo Peschici Maresca), artisti di fama internazionale sono invitati a realizzare installazioni temporanee. Per il quarto appuntamento, Jumana Manna ha realizzato una serie di piccole sculture in ceramica che rispondono alla tradizione mediorientale di lasciare il pane vecchio negli spazi pubblici, atto che libera il donatore dal peccato del cibo non consumato, dunque della vita sprecata. Questa accezione di 'offerta' si intreccia con l'usanza presso le antiche civiltà mediterranee di realizzare doni votivi , in particolare per divinità femminili, nella forma di pani e focacce in argilla, come arredi funerari. Alcuni di questi esempi sono conservati proprio al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (e in altri musei campani, come a Paestum e Eboli). Le sculture trovano posto in un'installazione site-specific, che mescola riferimenti all'archeologia e suggestioni provenienti dalla strada.

A Capodimonte “The Triumph of Death” di Cecily Brown

Sarà esposta fino al primo maggio nel Museo e Real Bosco di Capodimonte “The Triumph of Death”, monumentale tela di Cecily Brown, una delle opere più grandi da lei realizzate. Il dipinto è stato eseguito dopo un viaggio in Sicilia nella primavera del 2019 quando l'artista inglese ha visto l'affresco 'Il Trionfo della Morte' (metà del 1400) alla Galleria Regionale di Palazzo Abatellis a Palermo. L'esposizione si inserisce nel ciclo "L'Opera si racconta", curata da Sergio Risaliti e realizzata dal Museo con gli Amici di Capodimonte in collaborazione con la galleria londinese Thomas Dane Gallery. Sia nella sua versione originale che in quella rielaborata, The Triumph of Death presenta la Morte come un cavaliere apocalittico in cima a uno spettrale cavallo bianco. Uno degli elementi più interessanti nella tela di Cecily Brown è il simbolo della croce che divide formalmente il quadro in quattro pannelli, richiamando così l'affresco palermitano di 6 metri per 6,40, staccato dal cortile del Palazzo Sclafani dopo i danni per i bombardamenti nel 1944, e diviso in 4 pannelli per essere restaurato, prima del trasferimento a Palazzo Abatellis. Il taglio ne rese fragili i margini che col tempo si sono deteriorati. Cecily Brown integra la c icatrice e concettualmente la lega alle preoccupazioni contemporanee come la distruzione, il recupero e la ricostituzione. In mostra anche una serie di disegni su carta.