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Vendita di armi alla Colombia, indaga la Procura di Napoli

Campania

Al centro dell'inchiesta la vendita di navi, sommergibili e aerei militari prodotti da Fincantieri e Leonardo nella quale sarebbe coinvolto anche l'ex premier Massimo D'Alema

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La Procura di Napoli sta indagando sulla vendita di navi, sommergibili e aerei militari prodotti da Fincantieri e Leonardo alla Colombia nella quale sarebbe coinvolto anche l'ex premier Massimo D'Alema. Lo rende noto il Corriere della Sera. L'indagine è nata da un esposto presentato dall'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (APM), che ha sede a Napoli, sul broker Emanuele Caruso e altre persone che sarebbero invece coinvolte come sedicenti intermediatori del Governo italiano nel Paese sudamericano attraverso documenti falsi (questi ultimi pubblicati sul quotidiano 'La Verità'). La pubblicazione della falsa documentazione ha spinto l'APM a prendere le distanze, con una denuncia, da Emanuele Caruso.

Le accuse

L'ipotesi di reato nei confronti degli indagati è di falso, truffa e sostituzione di persona, quest'ultimo in relazione alla contraffazione della firma del segretario generale dell'Apm, l'ambasciatore Sergio Piazzi, e per l'intestazione del documento sul quale compaiono il simbolo e il nome del presidente risalenti a dieci anni fa.

La trattativa

Il caso è stato portato alla luce dal sito web sassate.it e poi ripreso da "La Verità". E' stato quest'ultimo quotidiano ad ipotizzare una trattativa parallela a quella dei governi che vedrebbe coinvolti Massimo D'Alema come intermediario per conto di Leonardo e Fincantieri e un gruppo di rappresentanti di azienda colombiani. Agli atti figura anche la registrazione audio di una conversazione alla quale prende parte anche D'Alema. Al centro della trattativa, non andata in porto, quattro corvette Fcx30, due sommergibili e alcuni aerei M346. Una operazione per la quale, stando a quanto scrivono fonti di stampa, D'Alema e altri intermediari contavano di incassare 80 milioni di euro. Sulla vicenda è intervenuto il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, che parlando con Affaritaliani.it afferma che della storia "è venuto a conoscenza a metà febbraio quando l'ambasciatrice della Colombia mi ha chiamato parlandomi dell'interessamento del presidente D'Alema per conto di Leonardo. Ho sollevato la questione di questo intervento a mio giudizio irrituale e comunque da chiarire da parte di D'Alema. Dico irrituale e da chiarire perché mentre Leonardo aveva chiesto supporto al governo italiano, poi si presenta all'ambasciata della Colombia una figura a suo dire inviata da Leonardo di cui non ero a conoscenza. Per questo da parte mia c'è stata sorpresa - afferma Mulè - nell'apprendere dell'interessamento di D'Alema, perché Leonardo stava già dialogando con il governo colombiano attraverso le normali vie istituzionali. Sono certo che Leonardo saprà chiarire come sono andate davvero le cose".