Per l'accusa le acque reflue provenienti dalla rete fognaria finivano direttamente nel fiume Volturno aumentandone il livello di inquinamento, invece di andare al depuratore
Due ex sindaci di Capua (Caserta) sono stati rinviati a processo con l'accusa di disastro ambientale per la vicenda delle acque reflue urbane finite nel fiume Volturno a causa della carente manutenzione degli impianti di sollevamento della rete fognaria. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Gli imputati
A giudizio l'ex primo cittadino Eduardo Centore, il dirigente ai lavori pubblici Francesco Greco ed Eleonora Castri, titolare di Agave, società cui era stata affidata la manutenzione degli impianti di sollevamento; e l'altro ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, già sotto processo per concorso esterno in associazione, che sosterrà invece il processo con rito abbreviato.
Le indagini
L'indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere portò nel dicembre 2018 al sequestro da parte dei carabinieri di Capua di dieci impianti di sollevamento delle acque reflue fognarie e meteoriche del Comune. Per l'accusa le acque reflue provenienti dalla rete fognaria finivano direttamente nel fiume Volturno aumentandone il livello di inquinamento, invece di andare al depuratore. Gli accertamenti partirono nel maggio 2018 dopo un controllo delle acque delle fiume Volturno eseguito dai tecnici dell'Arpac con alcuni campionamenti realizzati in corrispondenza dello sforatoio di piena dell'impianto di sollevamento ubicato in località Borgo Santella; emerse subito che le pompe di sollevamento non funzionavano, e le acque reflue finivano direttamente nel fiume invece che essere avviate al depuratore. I controlli furono così estesi a tutti gli impianti, in particolari agli otto utilizzati per le acque reflue e ai due funzionali alle acque meteoriche; fu accertato un malfunzionamento generale di tutte le apparecchiature, ridotte in pessimo stato e senza manutenzione, nonostante i lavori fossero stati affidati ad una ditta.