Le accuse sono di usura, estorsione e violenza privata, aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso
Cinque persone residenti nel Casertano sono state arrestate stamattina per usura, estorsione e violenza privata, aggravati dall'utilizzo del "metodo mafioso". A eseguire i provvedimenti la Guardia di Finanza, su ordine del Gip di Napoli, nell'ambito di un'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia. Sequestrate auto, terreni, contanti e quote azionarie per un valore di 173mila euro, pari agli interessi usurai percepiti dagli indagati.
Le accuse
Per gli inquirenti gli indagati avrebbero costretto un imprenditore che aveva contratto un prestito a pagare interessi pari all'80% e a vendere immobili, per appianare il debito, per un valore di 300 mila euro. Anche un secondo imprenditore sarebbe rimasto vittima del gruppo. Nessuno nei due ha denunciato gli usurai.
Gli arrestati
In cella è finito il 59enne di Santa Maria a Vico Clemente Crisci, detto "Semmentone", già condannato per associazione mafiosa in quanto ritenuto affiliato al clan camorristico "Massaro-Di Paolo". In carcere anche i 41enni Andrea Di Caprio e Angelo Crisci, il 37enne Vincenzo Guida e Alessio Biondillo, di 44 anni, anche quest'ultimo già indagato in passato per reati aggravati dal metodo mafioso.