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Napoli, appalti e corruzione: rinvio a giudizio per imprenditore Romeo

Campania

Rinvio a giudizio anche per l'ex parlamentare Italo Bocchino, l'ex governatore Stefano Caldoro e l'attuale direttore generale dell'AslNa1 Centro Ciro Verdoliva

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L'imprenditore Alfredo Romeo è stato rinviato a giudizio dal Gup di Napoli nell'inchiesta che lo accusa di essere stato "promotore e organizzatore" di uno schema denominato 'Sistema Romeo' in grado di condizionare appalti in strutture pubbliche e non, oltre che di controllare la gestione di patrimoni immobiliari di pubbliche amministrazioni. Rinvio a giudizio anche per l'ex parlamentare Italo Bocchino, l'ex governatore Stefano Caldoro e l'attuale direttore generale dell'AslNa1 Centro Ciro Verdoliva. Romeo è stato rinviato a giudizio per i reati contestati, tra i quali quello associativo, corruzione, millantato credito, evasione fiscale, frode in pubbliche forniture mentre è stato prosciolto per alcuni capi minori, tra cui quelli fiscali. Assoluzione, invece, per il funzionario del Comune di Napoli, Ciro Salzano, che è stato giudicato con il rito abbreviato. L'udienza, per evitare assembramenti, visto il considerevole numero di indagati e, quindi, anche di avvocati, si è tenuta nell'aula bunker del carcere di Napoli-Poggioreale.

Verdoliva è accusato di frode in pubbliche forniture

Per Verdoliva il rinvio a giudizio riguarda la frode in pubbliche forniture, la rivelazione di segreti d'ufficio, il favoreggiamento, la falsità materiale, la corruzione e l'induzione a dare o a promettere utilità. Verdoliva è stato prosciolto per alcune condotte contestate in concorso con alcuni rappresentanti delle forze dell'ordine. Tra gli episodi contestati al direttore dell'Asl, figurano anche alcuni interventi manutentivi, nella sua abitazione, da parte di due dipendenti e il titolare di una imprese che stava svolgendo lavori in subappalto nell'ospedale Cardarelli di Napoli di cui Verdoliva, all'epoca dei fatti era dirigente.

Caldoro e Bocchino rinviati a giudizio per traffico di influenze

L'ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro è stato rinviato a giudizio per traffico di influenze, insieme con l'ex parlamentare Italo Bocchino e con lo stesso Romeo. Prosciolti dalle accuse di corruzione e rivelazione del segreto d'ufficio i tre agenti della Polizia di Stato Aniello Ippolito, Francesco D'Ambrosio e Elio Di Maro, difesi dall'avvocato Sergio Pisani. A giudizio invece due finanzieri. L'accusa di associazione per delinquere, tra le altre, viene contestata, insieme con la corruzione, anche a Ivan Russo, collaboratore storico di Romeo. Il reato di corruzione viene contestato anche a un dirigente di prima fascia del ministero della Giustizia, Emanuele Caldarera, all'epoca dei fatti con funzioni di Direttore generale per la gestione e manutenzione degli uffici ed edifici del complesso giudiziario di Napoli.