I due sono stati raggiunti da colpi d’arma da fuoco in via Sedil Capuano, in zona San Lorenzo. Il giovane, trasportato all’ospedale Pellegrini insieme alla vittima, non è in pericolo di vita. La persona deceduta era il padre del 17enne ucciso il 4 ottobre da un poliziotto in abiti civili durante una rapina
In seguito a un agguato che parrebbe di matrice camorristica, secondo i primi accertamenti delle forze dell’ordine, all'una e un quarto del mattino circa si sono registrati un morto di 40 anni e un ferito di 28 anni in via Sedil Capuano, in zona San Lorenzo a Napoli. Le due persone, raggiunte da colpi di arma da fuoco, sono state trasportate al pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini. Il 40enne Ciro Caiafa è morto poco dopo il ricovero. Il giovane, incensurato e trasportato con lui, è stato colpito al fianco sinistro e dimesso con 10 giorni di prognosi.
La dinamica
Ciro Caiafa, con diversi precedenti a suo carico e ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Terracciano, è stato raggiunto dai sicari nella su abitazione, un basso di via Sedil Capuano a Napoli. Uno o più killer hanno spalancato a notte fonda la porta-finestra del suo 'basso' (locale terraneo a uso abitativo, ndr.) e hanno sparato contro di lui e contro il 28enne G.D.M., tatuatore incensurato che era con lui per fargli un tatuaggio.
Le indagini
I carabinieri stanno ricostruendo i rapporti di Caiafa - pregiudicato per spaccio di stupefacenti ed ex sorvegliato speciale - con la criminalità organizzata. Nel novembre 2016, Caiafa fu arrestato dai carabinieri a Barra, periferia orientale della città, in casa di una donna di 58 anni, incensurata, che, insieme ad un cugino, gli aveva dato rifugio. Caiafa era originario dei Quartieri spagnoli e si era trasferito nell'abitazione tra Forcella ed il quartiere San Lorenzo.
Vittima era padre del 17enne ucciso durante rapina
Ciro Caiafa era il padre di Luigi Caiafa, il ragazzo di 17 anni ucciso da un poliziotto nella notte del 4 ottobre scorso in via Duomo, durante un tentativo di rapina insieme alfiglio di Genny 'a carogna' (capo ultrà in carcere per traffico di droga), con un' arma finta. Il ragazzo stava svolgendo la "messa in prova", istituto per i minori responsabili di reati, e lavorava alcune ore al giorno in una pizzeria. All'alba di quel giorno, a bordo di uno scooter rubato, aveva preso di mira due giovani, ma dfu intercettato da una pattuglia dei Falchi contro la quale puntò la pistola che aveva. I due non si fermarono all'alt degli agent (che si qualificarono come ricostruito dai pm e dalle testimonianze di chi era a bordo della vettura), ma anzi uno incitò l'altro a sparare contro "le guardie". Il ragazzo fu ucciso da un proiettile esploso da un poliziotto in abiti civili che transitava nella zona.