La pena è di 11 anni, 11 mesi e 16 giorni per associazione mafiosa e spaccio di droga. Negli anni, l’uomo ha trovato un lavoro onesto, si è sposato e ha avuto tre figli. L’avvocato: “Questa carcerazione rappresenta il fallimento totale dell’attuale sistema giustizia”
Venne condannato per reati commessi nel 1999 ma finisce in cella dopo 21 anni: è la sorte toccata a un 47enne di Napoli, per il quale, sabato 19 dicembre, si sono aperte le porte del carcere di Napoli Poggioreale. L’uomo, negli anni, ha intanto trovato un lavoro onesto e ora ha una moglie tre figli. La pena da scontare è di 11 anni, 11 mesi e 16 giorni di reclusione per associazione mafiosa e spaccio di droga.
La vicenda
Nel 1999 l’uomo faceva parte di un gruppo malavitoso di stanza nei Quartieri Spagnoli di Napoli, in zona Sant'Anna a Palazzo, i cui componenti - fatta eccezione per lui - sono tutti finiti ammazzati. L’uomo si mise subito sulla "retta via" lavorando onestamente. Il tribunale del Riesame lo scarcerò dopo l'arresto per mancanza di esigenze cautelari. Sabato scorso, però, è arrivato l’ordine di carcerazione.
L’avvocato: “Fallimento totale dell’attuale sistema giustizia”
"Questa carcerazione - commenta il legale di Giuseppe, l'avvocato Sergio Pisani - rappresenta il fallimento totale dell'attuale sistema giustizia. Che senso ha, dopo 21 anni da un fatto reato, far scontare 11 anni di reclusione ad un soggetto che in un ventennio si è totalmente riabilitato lavorando onestamente e mettendo su famiglia. Chiederemo la grazia al Presidente della Repubblica perché la funzione rieducativa della pena non si trasformi in una mera funzione punitiva, annullando, di fatto, un percorso di vita che ora viene incredibilmente stroncato".