Sciopero generale di quattro ore di tutti i settori produttivi nell'area metropolitana il prossimo 5 novembre con manifestazione in piazza Dante. Otto ore di agitazione e anche domani mattina. In concomitanza si terrà un'assemblea dei lavoratori
Sciopero generale di quattro ore a Napoli di tutti i settori produttivi nell'area metropolitana il prossimo 5 novembre con manifestazione in Piazza Dante per la vertenza Whirlpool e a difesa dell'intero sistema produttivo e occupazionale. La mobilitazione, che vedrà esclusi i servizi essenziali, è stata proclamata da Cgil, Cisl e Uil di Napoli al termine dell'attivo unitario convocato dalle tre confederazioni.
Oggi, a pochi giorni dall'annunciata chiusura della stabilimento di via Argine, che avverrà il 31 ottobre, i lavoratori Whirlpool in protesta hanno appeso un manichino 'impiccato' al cavalcavia dell'asse viario di collegamento tra il centro direzionale e l'autostrada in via Galileo Ferraris a Napoli.
Domani otto ore di sciopero
Intanto, una prima agitazione è prevista per domani, quando i lavoratori incroceranno le braccia per otto ore. I dipendenti dello stabilimento di via Argine si raduneranno in mattinata in assemblea per decidere nuove azioni di lotta in vista dell'annunciata chiusura del sito fissata al 31 ottobre. E proprio per quella data, la Rsu ha indetto dalle ore 10 in fabbrica una assemblea aperta a tutte le forze politiche e sociali. "La singolarità della vicenda che ci vede, nostro malgrado, protagonisti - si legge una lettera aperta diffusa dalla Rsu - ha fatto emergere tutte le debolezze di un sistema politico che dinanzi ad accordi firmati al Ministero, di fronte ad una scelta unilaterale di una multinazionale, non riesce, con gli strumenti classici, a contrastare la scelta aziendale”.
Le parole dei sindacati
"L'epidemia Covid-19 - hanno affermato i segretari generali Cgil Cisl Uil di Napoli - ha ulteriormente aggravato le condizioni di lavoratori, pensionati e studenti, evidenziando le carenze dei sistemi di protezione sociale. La crisi ha, inoltre, aumentato le diseguaglianze sociali, economiche e territoriali, aggravando le tensioni sociali; rispetto ad esse il mondo del lavoro rifiuta ogni tentativo di strumentalizzazione e condanna ogni violenza, non rinunciando a manifestare, ma sempre nel rispetto delle leggi e delle regole". "In questo contesto - hanno ricordato Schiavella, Tipaldi e Sgambati - la vertenza Whirlpool assume ancor più valore generale come argine da presidiare per dare certezza ai lavoratori e futuro all'industria a Napoli". Il mantenimento del sito produttivo di Napoli, secondo Cgil Cisl Uil, deve diventare "il perno su cui costruire un piano unitario di interventi da proporre per l'efficace utilizzo delle risorse nazionali ed europee, ordinarie e straordinarie".
Le richieste
Il sindacato partenopeo chiede di impedire la chiusura di Whirlpool a Napoli, di prolungare gli strumenti di sostegno al reddito e di blocco dei licenziamenti, di destinare almeno il 50% delle risorse derivanti dal Recovery Fund al Mezzogiorno e di definire per le sue spese un grande e organico progetto Nazionale, di garantire il tempestivo rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. "Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - ribadiscono Cgil Cisl Uil di Napoli - vanno inseriti come parte organica di quel progetto unitario: un piano di bonifica e recupero urbano per Napoli Est; una ridefinizione del perimetro ZES in senso funzionale ad un'effettiva efficacia e un finanziamento adeguato; vanno ridefiniti i modelli organizzativi e gli ambiti di intervento dei servizi pubblici locali, a partire dal loro potenziamento e dalle necessarie integrazioni su scala metropolitana di TPL e dell'igiene ambientale e dei servizi idrici; occorre definire un piano regolatore delle reti digitali che garantisca l'accesso democratico di tutti i cittadini alla banda larga e affermare la proprietà pubblica dei dati". "La città - secondo Schiavella, Tipaldi e Sgambati - ha bisogno di un progetto unificante che tenga insieme i tanti interventi in atto e quelli necessari ma fermi: Bagnoli, Napoli Est, il Centro Storico, gli interventi urbani delle periferie, il futuro dell'area Flegrea e di quella Vesuviana".
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