In passato l’uomo, casertano, si era reso protagonista della stessa bravata entrando nella fontana di Trevi a Roma. Sarà denunciato
È entrato in auto alla Reggia di Caserta, ha percorso i viali del parco e, arrivato alla vasca di Venere e Adone, ci si è buttato dentro. Il tutto mentre si riprendeva con il telefono pubblicando un video in diretta su Instagram. È quasi certo che l'uomo, identificato e poi denunciato, sia entrato con l'auto dal varco di via Gasparri, dove c'è l'autoparco per i lavoratori della Reggia e da dove si accede, previa esibizione del permesso, anche per parcheggiare al Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana dop, che ha sede poco dopo il varco, alle Reali Cavallerizze. L'uomo, di 37 anni, potrebbe aver approfittato del cambio turno dei dipendenti, o aver esibito un permesso, sfruttando anche il fatto il cancello elettrico, che dovrebbe chiudere l'accesso al Parco, non funziona da tempo. All'entrata, inotre, non ci sono telecamere di videosorveglianza, posizionate alcune decine di metri più avanti, rivolte verso la facciata. In passato l’uomo si era reso protagonista della stessa bravata nella fontana di Trevi, a Roma. Aperta anche un'indagine interna per accertare eventuali responsabilità dei custodi presenti.
Tiziana Maffei: "Siamo preoccupati"
Sulla vicenda è intervenuto il direttore della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei: "Siamo preoccupati che qualcuno possa essere entrato alla Reggia di Caserta così facilmente. La sicurezza è un problema, per questo già da tempo abbiamo inviato al ministero dell'Interno un piano per la messa in sicurezza totale del monumento che prevede un finanziamento da 7 milioni di euro", le sue parole. E ancora: "Proprio ieri - spiega Maffei - quando è avvenuto il fatto, stavamo facendo una riunione sulla sicurezza, per capire i tempi di realizzazione del progetto, visto che i fondi vanno spesi entro il 2021; una volta ultimato il piano per la messa in sicurezza, la Reggia sarà dotata di telecamere ai varchi e lungo il percorso". Il direttore del monumento patrimonio dell'Unesco ha lanciato infine un allarme sull'imminente pensionamento di 10-15 custodi, circostanza che renderà più complicato tutelare il Palazzo borbonico, vista la sua ampiezza. "Entro gennaio, con il pensionamento di alcuni addetti, andremo pesantemente sotto organico - sottolinea - inoltre c'è il problema dell'età media molto avanzata dei custodi, che ne riduce la mobilità, e la mancanza di navette interne, tanto che i custodi devono usare le proprie auto".