Napoli, racket: portato al cospetto dei boss per ricordargli debito
CampaniaQuesto è solo uno degli episodi venuti alla luce a seguito dell'inchiesta, da parte del nucleo investigativo, nel territorio di Marano. Sono sette gli indagati
Sette persone sono indagate, di cui sei in carcere e uno agli arresti domiciliari, a seguito dell'inchiesta su racket e camorra, da parte del nucleo investigativo, nel territorio di Marano, a nord di Napoli. Sono tutti ritenuti affiliati al clan Orlando-Polverino-Nuvoletta e accusati, a vario titolo, di estorsione e tentata estorsione aggravate dalle finalità mafiose. In un caso, peraltro, si è accertato che le vittime, per aderire alle richieste estorsive, avessero persino avviato le procedure per la vendita di un locale di loro proprietà. Inoltre, un uomo è stato addirittura prelevato dal proprio negozio e condotto all'interno di un deposito di materiale edile al cospetto di personaggi di spicco di una consorteria camorristica per "ricordargli" di far fronte al debito vantato dai malavitosi.
L'attività investigativa
L'indagine, inoltre, ha consentito di documentare nel dettaglio tre episodi estorsivi di cui due consumati (per un ammontare di circa 72mila euro) e uno tentato, verificatisi tra il 2015 e il 2019, ai danni di padre e figlio, titolari di un esercizio commerciale di Giugliano in Campania (Napoli). Fondamentali per la ricostruzione dei fatti si sono rivelate le acquisizioni delle immagini dei sistemi di videosorveglianza dell'esercizio commerciale dove gli indagati sono andati più volte, negli orari di apertura al pubblico, per estorcere con violenza e minaccia enormi somme di denaro per estinguere supposti debiti contratti da uno dei figli del titolare.