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Salerno, caso D'Onofrio: per la procura fu omicidio premeditato

Campania
Foto di archivio (ANSA)

Notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a un 28enne, accusato di aver ucciso l'uomo il 30 luglio 2017 in un agguato. Il provvedimento è stato notificato nel carcere di Fuorni perché il giovane è già detenuto per traffico di sostanze stupefacenti

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La squadra mobile di Salerno ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Eugenio Siniscalchi, 28enne accusato di aver compiuto l'omicidio di Ciro D'Onofrio, avvenuto a Salerno il 30 luglio 2017 in un agguato. All'uomo è stato contestato l'omicidio volontario (con l'aggravante della premeditazione), commesso in concorso con un'altra persona, oltre alla detenzione e il porto illegale di una pistola calibro 9 utilizzata per esplodere i tre colpi fatali che hanno causato la morte di D'Onofrio per lesioni polmonari e al cuore. Il provvedimento è stato notificato nel carcere di Fuorni: Siniscalchi infatti è già detenuto per traffico di sostanze stupefacenti.

L'omicidio

Secondo il procuratore della Repubblica vicario, Luca Marini, "si tratta di un omicidio premeditato in quanto gli autori giungono sulla scena del crimine a bordo di un ciclomotore di grosse dimensioni armati di pistola, esplodono i colpi di arma da fuoco e poi si danno alla fuga. Le indagini - aggiunge Marini - sono state serrate, condotte con tenacia dalle forze di polizia, dalla squadra mobile (sezione criminalità organizzata) di Salerno coadiuvate dalla collaborazione di attività di intercettazione eseguite dal nucleo Investigativo dei carabinieri di Salerno. C'è stata una sinergia che ha consentito di risolvere il caso".

Le parole del procuratore

Secondo il procuratore la vittima conosceva almeno uno dei due aggressori e cioè Eugenio Siniscalchi. Ciò è confermato - sottolinea il procuratore - dalle analisi dei tabulati telefonici. Sia quest'ultimo che la vittima si conoscevano in relazione all'attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Il movente, verosimilmente, riguarda un debito per pregresse forniture di sostanze stupefacenti, ma possono esserci anche altri moventi. Basti ricordare che poco tempo prima dell'agguato, il 30 maggio dello stesso anno Ciro D'Onofrio subisce un attentato alla sua abitazione. Lui, preoccupato, dopo poco cambia abitazione. Questo - conclude Marini - è lo scenario entro il quale si può inserire uno screzio personale per una condotta tenuta dalla vittima nei confronti di una lontana parente dello stesso Siniscalchi".