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Napoli, favorivano clan dei Casalesi: misure cautelari per 11 persone

Campania
Foto di archivio (ANSA)

I destinatari dell'ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli sono indiziati per concorrenza illecita, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento personale, fatti aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso

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Nelle prime ore del mattino di oggi, 15 luglio, la Dia di Napoli ha notificato un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di undici persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, per concorrenza illecita, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento personale, fatti aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso e per aver favorito il clan dei Casalesi, fazione Russo-Schiavone. L’ordinanza è stata emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
La Dia è intervenuta su una importante articolazione imprenditoriale, strutturalmente legata al gruppo Russo-Schiavone, fazione del clan dei Casalesi e facente capo a una storica figura apicale, Mario Iavarazzo. Quest'ultimo, condannato in via definitiva per il delitto di associazione di tipo mafioso, è stato il detentore della cassa del clan dei Casalesi, ruolo che ha mantenuto fino al 2010, con compiti di distribuzione degli stipendi agli associati e di controllo delle estorsioni e delle attività economiche svolte dal sodalizio. 

Le indagini

Le indagini hanno ricostruito che Iavarazzo, dopo la sua scarcerazione nel maggio 2015, aveva ripreso a operare nel settore pubblicitario, facendo ricorso anche alla forza di intimidazione del clan nei confronti dei concorrenti. Viene contestato, inoltre, che, per eludere le attività investigative delle autorità, Iavarazzo intestava fittiziamente al fratello Francesco e alla moglie di quest’ultimo le quote societarie della Publione srl, società nata dalla Publione di Lucia Solipago (dipendente di Mario Iavarazzo e già condannata in altro procedimento) e che lo stesso indagato provvedeva a intestare fittiziamente al prestanome Nicola Sabatino le quote societarie della Adv Comunication srl. Nelle quotidiane attività d'impresa, Iavarazzo si avvaleva anche di un secondo fratello, Michele, e di un suo fidato collaboratore, Gennaro Esposito. Le indagini, inoltre, hanno fatto emergere il ruolo dell'imprenditore Armando Aprile, attivo nello stesso settore della cartellonistica pubblicitaria, il quale intratteneva con gli Iavarazzo un rapporto societario di fatto, mettendo a disposizione una delle sue società, la SPM srl, formalmente intestata a un altro prestanome, Franco Giuseppe. La compagine sociale, il cui valore è stimabile in circa due milioni di euro, è stata sottoposta a sequestro preventivo. Il supporto logistico alle attività illecite di Iavarazzo Mario era, invece, garantito dalla "Ital Stampa", tipografia solo formalmente intestata a Luigi Drappello, ma di proprietà del suocero di quest'ultimo, Domenico Ferraro, il quale metteva a disposizione degli indagati un ufficio ubicato all'interno della tipografia e i suoi beni strumentali. Tra i principali clienti delle imprese facenti riferimento a Mario Iavarazzo, emergeva la Cis Meridionale srl, sottoposta ad amministrazione giudiziaria per pregresse attività investigative svolte dalla DDA di Napoli nei confronti del clan Zagaria.