In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Napoli, sequestrati beni per 6 milioni di euro al clan Mallardo

Campania
Un fermo-immagine dell'operazione della Dia (ANSA)

Gli inquirenti hanno messo i sigilli a due società, 49 unità immobiliari che si trovano nel comune di Giugliano in Campania e requisito 46 rapporti finanziari e polizze vita

Condividi:

Beni per 6 milioni di euro sono stati sequestrati a Crescenzo Esposito, residente a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, titolare effettivo di due società (una immobiliare e una concessionaria di auto), gravato da numerosi precedenti penali e di polizia, tra cui associazione a delinquere finalizzata alla truffa, furto, porto abusivo e detenzione d'armi da fuoco.

I legami con il clan Mallardo

L'uomo è detenuto dal 2017, in quanto il Tribunale di Napoli ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, indagandolo per il reato di 416 bis del codice penale, poiché ritenuto esponente del clan Mallardo. Dalle attività investigative, è infatti emersa la sua appartenenza al sodalizio criminale, per conto del quale risulta aver gestito numerose truffe a compagnie assicuratrici e il successivo reimpiego dei proventi illeciti, attraverso fittizie intestazioni di beni ai suoi familiari.

Il sequestro

Il patrimonio sottoposto a sequestro, del valore stimato di 6 milioni di euro, riguarda: beni aziendali e quote sociali della Esposito immobiliare S.a.s. di Esposito Crescenzo & c, con sede in Frattaminore, attiva nel settore dell'attività immobiliare; beni aziendali e quote sociali della G.P. auto s.a.s. di Esposito Crescenzo e c, con sede in Giugliano in Campania, attiva nel settore della “vendita all'ingrosso ed al dettaglio e l'import ed export di qualsiasi tipo di veicolo nuovo ed usato e attività immobiliare in genere”; 49 unità immobiliari, tra cui numerosi appartamenti e villini, che si trovano nel comune di Giugliano in Campania; 46 tra rapporti finanziari e polizze vita. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Napoli su proposta del Procuratore della Repubblica e del Direttore della Dia. L'ordinanza è stata eseguita dagli uomini del Centro Operativo Dia di Napoli.