Il procuratore generale aveva impugnato la sentenza emessa nel 2013 dal Tribunale di Napoli nei confronti di 27 persone, tra cui l'ex presidente della Regione Campania, imputate per irregolarità nella gestione del ciclo di rifiuti
La IV sezione della Corte di Appello di Napoli ha dichiarato inammissibile l'appello presentato dal procuratore generale contro la sentenza di assoluzione emessa nel 2013 dal Tribunale di Napoli nei confronti di 27 persone, tra cui l'ex presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. A tutti gli imputati erano state contestate presunte responsabilità riguardo anomalie e inadempienze nel contratto di gestione del ciclo dei rifiuti, stipulato tra il commissariato straordinario - carica ricoperta da Bassolino dal 2000 al 2004 - e la società Fibe-Impregilo. Dichiarati inammissibili anche gli appelli delle parti civili, che sono state condannate al pagamento delle spese processuali.
I legali: "Indispensabile una riforma della giustizia"
"La Corte di Appello ha dichiarato inammissibile l'appello del PM nel processo rifiuti, così confermando il pieno proscioglimento di Bassolino ma non sanando e rimuovendo la sofferenza esistenziale del lungo tempo di attesa. Un altro caso che conferma la urgente e indispensabile necessità della riforma della giustizia". Così in una nota gli avvocati Massimo Krogh e Giuseppe Fusco, difensori dell'ex sindaco di Napoli ed ex presidente della Regione Campania.
Bassolino: "Lunghezza dei processi danneggia gli innocenti"
"Era stata una sentenza importante. Nel processo sui rifiuti pur essendo i reati ipotizzati ormai prescritti i giudici si erano espressi nel merito con una sentenza di piena assoluzione per insussistenza delle accuse - commenta Antonio Bassolino -. Poi la procura aveva fatto appello per trasformare l'assoluzione di merito in assoluzione per prescrizione. Oggi la Corte di Appello ha dichiarato inammissibile l'impugnazione del PM e ha confermato la sentenza di primo grado. Ringrazio gli avvocati Krogh e Fusco e le persone che mi sono state vicine in momenti difficili. Per quanto mi riguarda è la conferma che è giusto aver fiducia nella giustizia e che i tempi dovrebbero essere più brevi perché la lunghezza dei processi danneggia gli innocenti e premia i colpevoli", conclude l’ex sindaco.