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Avellino, bus caduto nella scarpata: sentenza a gennaio

Campania
Foto di archivio (ANSA)

Nell'udienza di venerdì 14 dicembre sono intervenuti i difensori dei dirigenti succedutisi alla direzione del VI Tronco, che avevano la responsabilità della manutenzione autostradale 

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Battute conclusive del processo in primo grado in corso ad Avellino per la strage del bus precipitato il 28 luglio del 2013 dal viadotto "Acqualonga" della A16 Napoli-Canosa causando la morte di 40 persone. La sentenza è attesa per il prossimo 11 gennaio, quando il giudice monocratico, Luigi Buono, si ritirerà in camera di consiglio.

Le richieste di condanna della procura

Per tutti gli imputati, il procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo, ha chiesto la condanna a dieci anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e concorso in disastro colposo. Per i due funzionari della Motorizzazione Civile di Napoli, Antonietta Ceriola e Vittorio Saulino, che secondo l'accusa avrebbero contraffatto la mai avvenuta revisione del veicolo, l'accusa ha chiesto la condanna rispettivamente a 9 e 6 anni. La condanna più severa, 12 anni di reclusione, è stata invece richiesta per Gennaro Lametta, proprietario del bus.

La difesa dei dirigenti

Nell'udienza di venerdì 14 dicembre sono intervenuti i difensori dei dirigenti e funzionari succedutisi alla direzione del VI Tronco, che avevano la responsabilità della manutenzione autostradale. Nei loro interventi hanno ricordato che i controlli sulla rete vengono effettuati nell'intero arco delle 24 ore da personale che percorre circa 300 km al giorno a bordo di un automezzo della società per rilevare eventuali problemi e criticità sulla rete. Controlli che non rendono possibile, hanno spiegato i difensori di Michele Maietta, Antonio Sorrentino, Gianluca De Franceschi, di verificare lo stato interno dei "tirafondi" (i bulloni che fissano al suolo barriere spartitraffico, ndr) attraverso la mera osservazione visiva. Gli stessi avvocati hanno ricordato però che le verifiche delle barriere protettive effettuate anche da enti terzi non hanno mai fatto emergere criticità.

“Evento imprevedibile”

Il difensore di Marco Perna, l'ingegnere responsabile del progetto di sostituzione e potenziamento delle barriere di sicurezza, a sua volta ha insistito sulla non prevedibilità e non evitabilità dell'evento. Nell'udienza del 21 dicembre interverranno tra gli altri i difensori dell'attuale Ad di Autostrade Spa, Giovanni Castellucci, e dell'ex condirettore generale, Riccardo Mollo.