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Napoli, appalti in sanità: l'inchiesta si allarga a 33 indagati

Campania
Foto di archivio (ANSA)

Aggiornamento: in data 22.3.2019 il GIP presso il Tribunale di Napoli, accogliendo la richiesta del PM, ha disposto l’archiviazione del procedimento iscritto a carico del Gen. Maurizio Scoppa”

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“Aggiornamento: in data 22.3.2019 il GIP presso il Tribunale di Napoli, accogliendo la richiesta del PM, ha disposto l’archiviazione del procedimento iscritto a carico del Gen. Maurizio Scoppa” 

La guardia di finanza di Napoli ha notificato 33 avvisi di conclusione indagini, firmati dal sostituto procuratore Valter Brunetti, a 29 persone e a quattro società, tutte coinvolte nel sistema di corruzione della sanità napoletana su cui ha indagato la procura. I finanzieri hanno notificato sei misure cautelari agli arresti domiciliari a quattro componenti della famiglia Dell'Accio, a un loro collaboratore e alla dirigente dell'Asl Napoli 1 Centro, Loredana Di Vico. 22 invece le procedure di affidamento di forniture contestate.

Gli indagati

Loredana Di Vico è responsabile dell'unità operativa complessa acquisizione beni e servizi dell'Asl Napoli 1 Centro, preposta all'istruzione delle procedure per le forniture elettromedicali. Tra i membri della famiglia Dell'Accio coinvolti ci sono l'imprenditore Vincenzo, al quale la Di Vico è legata da uno stretto rapporto, e suoi parenti, Rosario, Antonio e Claudia Dell'Accio. Tra gli indagati spiccano un medico dirigente dell'ospedale San Giovanni Bosco e due dipendenti dell'unità operativa complessa gestione economico finanziaria informatizzata dell'Asl Napoli 1, addetti alla liquidazione. I tre rispondono di corruzione per avere ricevuto regali dall'imprenditore Dell'Accio al fine di compiere atti contrari ai doveri d'ufficio. Indagati anche dirigenti medici, ritenuti coinvolti in forniture di varie apparecchiature (colonne laparoscopiche, broncoscopi, colonne endoscopiche, sistemi di videoendoscopia, generatori, e strumentazione varia) per gli ospedali San Giovanni Bosco, Ospedale del Mare, Ascalesi, San Paolo, Loreto Mare di Napoli e per l'Azienda Ospedaliera S. Anna e S. Sebastiano di Caserta. 

Le società indagate

Avvisi di conclusione indagini anche nei confronti di quattro rappresentanti delle società LGA, Maflamed, Frag Hospital e Vicamed, alcuni dei quali risultati essere dei prestanome della famiglia Dell'Accio. La ditta Vicamed è riconducibile ai fratelli Vincenzo e Rosario, mentre la Euromed è di Claudia, sorella dei due. I benefit dati agli indagati comprendevano anche buoni da spendere presso una pasticceria di Napoli, un biglietto ferroviario Napoli-Torino e un soggiorno alberghiero in una suite.

Indagato anche l'ex direttore del S. Anna

Tra gli indagati figura anche Francesco Alfonso Bottino, ex direttore generale dell'ospedale S. Anna e S. Sebastiano di Caserta, già coinvolto in un'inchiesta della DDA di Napoli su irregolarità negli appalti della sanità casertana. Bottino sarebbe coinvolto, in concorso con altri indagati, tra cui Vincenzo Dell'Accio, nella procedura per la fornitura di quattro colonne laparoscopiche per l'ospedale casertano, risalente al 2012. Secondo gli inquirenti in quell'occasione venne ingiustamente favorita, per la fornitura delle apparecchiature, del valore complessivo di 690mila euro oltre l'Iva, una delle società finite al centro dell'indagine, che però forniva i beni richiesti a un prezzo superiore del 330% rispetto ai prezzi praticati dalla casa produttrice degli apparecchi, anch'essa in lizza per l'appalto attraverso un agente di commercio.  

Indagato anche un ex generale dei carabinieri

Nella lista degli indagati anche l'ex generale dei carabinieri Maurizio Scoppa, ex commissario straordinario pro tempore dell'Asl Napoli 1 Centro. Secondo gli inquirenti Scoppa, tra la fine del 2011 e gli inizi del 2012, in concorso con altri indagati, avrebbe ingiustamente differito la data di scadenza e poi fatto illegalmente subentrare, senza indire una gara di appalto, la Vicamed e la Euromed nella fornitura di materiale urologico per gli ospedali dell'Asl Napoli 1 Centro. Procedimento possibile, secondo le normative, soltanto in presenza di determinati requisiti, che però non sarebbero stati riscontrati dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza partenopea, nel corso delle indagini. I tre fratelli sono da circa una settimana agli arresti domiciliari.