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Napoli, ginecologo obiettore rifiuta aborto terapeutico: licenziato

Campania
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

Per non eseguire un aborto d'urgenza un medico si sarebbe dichiarato obiettore. L'intervento è stato compiuto da un suo collega e il ginecologo è stato licenziato dall'Asl

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Per non eseguire un aborto d'urgenza un medico si sarebbe dichiarato obiettore. L'intervento è stato compiuto da un suo collega e il ginecologo è stato licenziato dall'Asl. Il fatto, come riferisce oggi il quotidiano 'La Repubblica', è avvenuto lo scorso luglio all'ospedale San Giuliano di Giugliano, comune alle porte di Napoli. Protagonista della vicenda, suo malgrado, una donna alla 18ma settimana di gravidanza.

La dinamica

La donna si era recata in ospedale con un aborto in corso. Le sue condizioni avrebbero consigliato un intervento urgente, ma il ginecologo presente in corsia si sarebbe dichiarato obiettore, tanto da dover richiedere l'intervento di un altro specialista che in quel momento si trovava a casa e che è giunto in ospedale nel giro di una decina di minuti. Portato a termine l'intervento, quest'ultimo ha riferito ai vertici dell'Asl quanto accaduto. Sono state avviate le procedure previste dinanzi al consiglio di disciplina e, al termine dell'istruttoria, è stata assunta da parte dei vertici dell'Azienda sanitaria locale Napoli 2 Nord la decisione di licenziare, senza preavviso, il medico.

Il commento della Federazione Ordine Medici

"Nell'attesa dell'accertamento dei fatti, condividiamo la linea assunta dall'Ordine dei Medici di Napoli - sottolinea il presidente della Fnomceo, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli - che ha dichiarato di voler avviare un procedimento disciplinare al fine di valutare l'operato del collega che, in ogni caso, aveva l'obbligo di attenersi all'articolo 22 del Codice di deontologia medica e alle disposizioni di cui all'articolo 9 della Legge 194/1978". L'articolo 22 del Codice di Deontologia medica, che regola il 'Rifiuto di prestazione professionale', stabilisce che "Il medico può rifiutare la propria opera professionale quando vengono richieste prestazioni che contrastino con la propria coscienza o con i propri convincimenti  tecnico-scientifici, a meno che il rifiuto non sia di grave e immediato nocumento per la salute della persona, fornendo comunque ogni utile informazione e chiarimento per consentire la fruizione della prestazione", ricorda la Fnomceo. L'articolo 9 della legge 194 precisa inoltre che "il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure di cui agli articoli 5 e 7 ed agli interventi per l'interruzione della gravidanza quando sollevi obiezione di coscienza, con preventiva dichiarazione".

Le dichiarazioni del direttore dell'Asl

Antonio D'Amore, direttore generale dell'Asl Napoli 2 Nord, spiega il perché del provvedimento: "Lo stesso medico, più volte ascoltato durante l'istruttoria, anche accompagnato dal suo avvocato, non si è mai dichiarato obiettore in Consiglio di disciplina. Non ha utilizzato, in pratica, il suoi essere obiettore come linea di difesa. Anche da obiettore avrebbe, infatti, avuto il dovere di intervenire per prestare soccorso". Il consiglio di disciplina ha avviato un'istruttoria durata alcuni mesi, sentendo le persone a conoscenza della vicenda, e ha quindi trasferito gli atti dalla dirigenza dell'Asl.