Dodici persone sono state arrestate dai carabinieri con l’accusa di associazione a delinquere, detenzione e porto illegali di armi, rapina, furto aggravato e ricettazione
È stata sgominata una banda del buco che si avvaleva della consulenza di un dipendente del servizio fognature del Comune di Napoli. I carabinieri hanno arrestato 12 persone accusate di associazione a delinquere, detenzione e porto illegali di armi, rapina, furto aggravato e ricettazione, reati di cui i soggetti rispondono a vario titolo. La banda, che secondo le indagini è stata aiutata anche da una guardia giurata, avrebbe tentato di mettere a segno sei colpi, tutti sventati dai militari, tra cui anche quello alla gioielleria “Bulgari” nella lussuosa via dei Mille del capoluogo partenopeo nel gennaio 2017.
La tecnica della banda
La banda studiava a tavolino le rapine, eseguiva sopralluoghi, mappava le vie di accesso e di fuga e, assistiti da pali muniti di ricetrasmittenti, eseguiva gli scavi. A questo punto non restava che eseguire la rapina: sbucavano nella banca dalle fogne, armati di pistola, con tute integrali e stivaloni di gomma e razziavano caveau e cassette di sicurezza.
I componenti
I capi della banda erano Antonio Racca, detto "o' paesano", Giuseppe Capezzuto, detto "o' presidente" (ma anche "Bro" ) e Pasquale Iacomo, soprannominato "lo zio". Inoltre, il gruppo si avvaleva della collaborazione di una guardia giurata, Michele Carandente detto "o' paesaniello", il quale si faceva assegnare i turni di lavoro in modo che corrispondessero alla data e all'ora del colpo programmato. Quindi arrivava in ritardo sul suo turno appositamente, in modo da consentire alla banda di agire indisturbata.
Anche un dipendente del servizio fognature del Comune di Napoli, Gennaro Cristofaro, era parte dell'organizzazione: permetteva ai componenti di accedere al sistema fognario cittadino dall'impianto di riciclo acque che si trova a Mergellina. Attraverso i cunicoli, e grazie al dipendente comunale, la banda poteva raggiungere e studiare i propri obiettivi, per poi entrare in azione. Del gruppo faceva parte anche una donna, Carla Marfella, incensurata, moglie di Racca, che secondo gli inquirenti avrebbe partecipato ai crimini facendo da palo e da custode degli attrezzi utilizzati durante i colpi.
Le rapine
Oltre al colpo presso la gioielleria "Bulgari", i componenti hanno messo a segno furti anche nella filiale dei Monte dei Paschi di Siena di viale Augusto, nel febbraio 2017, e in una gioielleria di Quarto (Napoli). Durante quest'ultimo episodio uno dei componenti era stato arrestato in flagranza di reato.