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Inaugurata la mostra sulla polizia scientifica alla Reggia di Caserta

Campania
Reggia di Caserta (ANSA)

L’esposizione “Frammenti di Storia” sarà visitabile fino a domenica 28 ottobre. C'è la storia d'Italia ripercorsa attraverso immagini, impronte e sopralluoghi della polizia, che compie 115 anni

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È stata inaugurata oggi, alla Reggia di Caserta, la mostra “Frammenti di Storia” sulla polizia scientifica, la prima nel suo genere. L’esposizione si potrà visitare fino a domenica 28 ottobre. La rassegna ripercorre la storia d’Italia attraverso immagini, impronte e sopralluoghi della polizia scientifica, che proprio quest’anno compie 115 anni. I visitatori, guidati dagli stessi poliziotti, si troveranno di fronte, ad esempio, la foto segnaletica di un Mussolini ancora irriconoscibile perché con i capelli, che risale al 1903, o quella di un Pertini giovane ma già con lo sguardo fiero e determinato. Sono esposte le foto delle stragi che hanno segnato l’Italia negli anni ‘60 e ’70 fino a quella più recente dei ghanesi a Castel Volturno. Tra le immagini che i visitatori potranno osservare ci sono anche quelle relative all'arresto di Bernardo Provenzano o, andando a ritroso, le foto relative all'omicidio avvenuto a Napoli di Silvia Ruotolo. Anche i drammatici momenti del terremoto di Amatrice trovano spazio in questa esposizione.

Le parole del questore di Caserta

"L'attività di polizia scientifica - ha detto il questore di Caserta Antonio Borrelli - è ormai fondamentale per le indagini. Prima c'era il problema delle prove raccolte che spesso non superavano l'esame del contraddittorio in dibattimento; le nuove tecnologie invece hanno ridotto questo rischio". Fausto Lamparelli, Direttore del Servizio di polizia scientifica, ha ricordato il valore e "l'importanza dei 3000 poliziotti e dei 130 esperti nelle varie branche della scienza che compongono la Polizia Scientifica, dislocata in tutta Italia in 14 Gabinetti Interregionali e 91 provinciali".

I nuovi strumenti della polizia scientifica

Vittorio Rizzo, Direttore Centrale Anticrimine del Ministero dell'Interno, ha fatto invece il punto degli ultimi strumenti a disposizione della polizia scientifica che risultano utilissimi. Uno è il Sari, che "unisce due algoritmi di riconoscimento neurale permettendo attraverso una foto di identificare una persona", l’altro è “il teatro del crimine virtuale”, che consente di ricostruire nella sua completezza, anche con i suoni, il luogo dove è avvenuto un reato.