A Sulaymaniyah, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno, si è tenuta la cerimonia alla quale hanno preso parte i militanti e hanno assistito anche deputati del Dem, la forza di orientamento filo curdo. "Siamo qui come segno di buona volontà e di un passo risoluto per il successo concreto del processo per la pace e la società democratica", hanno affermato in una nota
Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha detto addio alle armi. La cerimonia arriva dopo la storica decisione di sciogliere il gruppo presa nei mesi scorsi da Abdullah Ocalan, il leader del Pkk imprigionato dal 1999. L'evento è avvenuto in un villaggio nei pressi di Sulaymaniyah, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno. Circa trenta militanti del Partito hanno distrutto le loro armi in una caverna tra le montagne sancendo così l'abbandono della lotta armata e il disarmo da parte del gruppo. "Siamo qui come segno di buona volontà e di un passo risoluto per il successo concreto del processo per la pace e la società democratica", ha affermato il Pkk in una nota.
Processo verso la pace
Le immagini mostrano i militanti in divisa bruciare mitragliatrici e fucili ammassati in un grande cesto durante una cerimonia, che non è stata trasmessa in diretta per motivi di sicurezza ed era chiusa alla stampa, a cui hanno assistito anche deputati del Dem, la terza forza più rappresentata nel Parlamento turco, di orientamento filo curdo, che ha attivamente partecipato al processo di pace in corso tra Ankara e il Pkk avviato nell'autunno del 2024. Il presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Nechirvan Barzani, ha accolto la cerimonia positivamente definendo l'evento come "un altro passo significativo e incoraggiante verso l'avanzamento del processo di pace".
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