Quali sono le nuove frontiere militari dell'intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale non è solo un tema centrale per gli economisti, preoccupati per i suoi impatti sui mercati finanziari e sul lavoro, ma anche per gli analisti militari, che discutono delle sue implicazioni nel contesto della sicurezza globale. Al centro di queste discussioni emerge la necessità di standard e regolamenti internazionali condivisi, per garantire uno sviluppo tecnologico sicuro. Con l’inizio degli anni 2020, l’IA ha assunto un ruolo trasformativo, sia a livello civile che militare. La sua natura ibrida, che include sia componenti software che hardware, rende la regolamentazione un compito complesso e sempre più urgente. Dal 2023, sono stati compiuti passi importanti a livello normativo, come l’adozione dell’AI Act dell’Unione Europea e la risoluzione delle Nazioni Unite sull’IA. Tuttavia, mentre l’Intelligenza Artificiale civile e quella ‘dual use’ continua a evolvere, la sua integrazione nelle operazioni militari suscita preoccupazioni, richiamando paragoni con l’introduzione delle armi nucleari. Il rischio percepito di scenari apocalittici ha accelerato la richiesta di un quadro regolatorio globale. L'IA militare e la necessità di una regolamentazione globale L’impiego della nuova tecnologia in ambito militare sta rapidamente diventando la norma, come riconosciuto da Jack Shanahan, ex direttore del Progetto Maven, un’iniziativa del Pentagono per integrare l’IA nelle operazioni di guerra, secondo cui l’utilizzo nelle operazioni di targeting in paesi come Siria, Iraq e Yemen da parte degli Stati Uniti ne è un esempio. Allo stesso tempo, Israele ha impiegato sistemi avanzati di IA durante il conflitto con Hamas, e in Ucraina, mentre sia le forze russe che quelle ucraine stanno utilizzando le nuove tecnologie per rafforzare le loro capacità militari. Un trattato vincolante sull’IA militare sembra irrealizzabile nel breve termine, soprattutto considerando la velocità con cui queste tecnologie si stanno evolvendo. Tuttavia, ci sono stati tentativi di regolamentazione, come il Summit sull’Intelligenza Artificiale Responsabile in Ambito Militare e la Dichiarazione Politica sull’Uso Responsabile dell’IA e dell’Autonomia in ambito militare, entrambi lanciati nel 2023. I tentativi di regolamentazione REAIM e la Dichiarazione Politica Il Summit REAIM, organizzato dai Paesi Bassi con la Corea del Sud, ha riunito oltre 2.000 partecipanti da 100 nazioni, con l’obiettivo di promuovere un approccio dal basso per sviluppare una governance condivisa dell’IA militare. La Dichiarazione Politica, promossa dagli Stati Uniti durante lo stesso Summit, propone invece un approccio top-down, rivolgendosi direttamente agli Stati sovrani. A oggi, 54 Paesi hanno firmato la Dichiarazione, con l’obiettivo di stabilire norme internazionali per l’uso responsabile dell’IA militare. Gli Stati Uniti vedono nella Dichiarazione un passo cruciale per garantire la loro leadership globale nella regolamentazione dell’IA militare, soprattutto in un contesto di crescente competizione con la Cina. Purtroppo, la rivalità tra le due potenze influenza anche le strategie di sviluppo di capacità militari, rendendo difficile raggiungere un consenso su un trattato vincolante. Nonostante l’iniziativa statunitense, la realizzazione di una governance globale condivisa per l’IA militare rimane complessa. Potenze come Russia e Cina sono riluttanti a sostenere un accordo che rafforzerebbe la leadership statunitense. Allo stesso tempo, molti Paesi del Sud del mondo sono cauti nel sostenere una regolamentazione che potrebbe limitare lo sviluppo delle loro capacità tecnologiche. Uno studio del 2023 ha evidenziato come la Russia, nonostante le difficoltà economiche, continui a promuovere lo sviluppo dell’IA per rafforzare le sue forze armate. In Cina, l’IA militare è vista come un elemento chiave per rafforzare la sua posizione nel Pacifico, soprattutto in relazione a Taiwan e al Mar Cinese Meridionale. La competizione tra Stati Uniti e Cina nell’ambito dell’IA militare potrebbe spingere Pechino a rafforzare ulteriormente le sue capacità tecnologiche. Il ruolo dell'Europa nella governance dell'IA militare In questo scenario complesso, l’Europa ha l’opportunità di assumere un ruolo di leadership nella regolamentazione del settore. Sebbene l’Europa sia attualmente in ritardo rispetto a Stati Uniti, Cina e Russia nello sviluppo di capacità IA militari, le sue potenzialità non sono trascurabili. Paesi europei e istituzioni come l’Agenzia Europea per la Difesa stanno già lavorando allo sviluppo di tecnologie per scopi difensivi, come dimostrato dagli sforzi in Ucraina, dove l’UE ha istituito un ufficio per l’innovazione della difesa. Per l’Europa, è fondamentale promuovere una regolamentazione condivisa dell’IA militare, anche attraverso il sostegno a iniziative come REAIM. Un set completo di principi approvati dal maggior numero possibile di Paesi potrebbe aumentare la pressione politica su potenze come la Russia, contribuendo a garantire che l’IA militare venga utilizzata in modo responsabile e controllato. Il futuro della governance dell’IA militare dipenderà da un equilibrio tra la leadership statunitense, la cooperazione multilaterale e il coinvolgimento di potenze emergenti. L’Europa può giocare un ruolo cruciale nel promuovere una governance depoliticizzata, inclusiva e orientata alla sicurezza globale. In tal modo, l’Unione europea potrebbe non solo contribuire alla stabilità internazionale, ma anche rafforzare la propria posizione nel futuro panorama tecnologico e militare.

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