Chi sono (e dove corrono) i candidati dei terzi partiti Usa?

Dopo il ritiro a fine agosto di Robert F. Kennedy Jr., sono rimasti in corsa tre candidati rilevanti alternativi a Kamala Harris e Donald Trump. Si tratta di Jill Stein, del Partito Verde, Chase Oliver, del Partito Libertario e l’indipendente di sinistra Cornel West. Nessuno di loro ha una reale possibilità di vincere, ma alcuni potrebbero sottrarre abbastanza voti a Harris o Trump da determinarne la vittoria o la sconfitta, in un’elezione che potrebbe essere decisa da qualche decina di migliaia di voti nei sette Stati chiave di Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia, Carolina del Nord, Arizona e Nevada. Per via di regole più o meno restrittive sulla partecipazione alle elezioni, decise dai singoli Stati, il 5 novembre non tutti i nomi dei candidati di partiti terzi compariranno sulle schede elettorali in tutti gli Stati. Vediamo allora cosa propongono questi tre candidati, per chi rappresentano una minaccia, ma soprattutto in quali Stati chiave compariranno sulla scheda elettorale. Jill Stein La verde Jill Stein rappresenta probabilmente il più grande pericolo per Kamala Harris, tanto che secondo il New York Times avrebbe ricevuto l’aiuto da parte di alcuni comitati politici legati a Donald Trump per comparire sulle schede elettorali di diversi Stati chiave. Il suo programma si può definire di sinistra e include proposte come il diritto garantito all'occupazione, all'assistenza sanitaria, alla casa, all'alimentazione e all'istruzione, oltre alla lotta contro il cambiamento climatico e la tutela del diritto all'aborto e dei diritti delle persone transgender. In politica estera ha accusato Israele di stare perpetrando un genocidio nei confronti del popolo palestinese, una posizione che potrebbe farle guadagnare voti a discapito di Harris soprattutto negli Stati con una percentuale considerevole di elettori di origine mediorientale e nordafricana . Stein si candidò alle presidenziali già nel 2012 e nel 2016, ottenendo 1,4 milioni di voti in quest’ultima tornata elettorale e venendo accusata di aver compromesso il risultato elettorale di Hillary Clinton. In Wisconsin, uno degli Stati chiave otto anni fa come oggi, Stein ottenne circa 31 mila voti, più del margine di 22.748 voti con cui Trump sconfisse Clinton, anche se il Partito Libertario ne ottenne più di 105 mila. Alle elezioni del prossimo 5 novembre la candidata verde sarà sulle schede elettorali in 38 Stati, tra i quali ci sono sei Stati chiave: Wisconsin, Pennsylvania, Michigan, Georgia, Carolina del Nord e Arizona. Secondo gli ultimi sondaggi condotti dal New York Times e il Siena College, Stein potrebbe raggiungere percentuali intorno al 2% in Michigan e Arizona e all’1% in Pennsylvania, Wisconsin, Georgia e Carolina del Nord. A livello nazionale si attesta intorno all’1%. Chase Oliver Tradizionalmente, il Partito Libertario è più allineato alle politiche dei Repubblicani, grazie alle sue posizioni anti governative e liberiste sul piano economico. Quest’anno il candidato Chase Oliver è un un ex-democratico, apertamente omosessuale e pro-armi. La sua proposta politica è incentrata sull’indebolimento delle istituzioni statali, da ottenere attraverso misure come l'abolizione della Federal Reserve e del Dipartimento dell'Istruzione, la semplificazione delle pratiche per l’immigrazione e la deregulation per le imprese. Anche lui, come Stein, è critico nei confronti delle azioni di Israele a Gaza. Nonostante il background democratico, molti analisti ritengono che Oliver potrebbe sottrarre più voti a Trump che a Harris, attraendo elettori non del tutto convinti dalla piattaforma molto conservatrice dell’ex presidente. Nel 2022 si era candidato al Senato in Georgia, ottenendo circa il 2% dei voti, sufficienti a portare al ballottaggio il democratico Raphael Warnock e il repubblicano Herschel Walker. Attualmente Oliver è sulle schede elettorali di 47 Stati: tutti tranne Illinois, New York e Tennessee. Secondo gli ultimi sondaggi si attesterebbe intorno al 2% in Georgia, Arizona e Wisconsin, all’1% in Michigan e Carolina del Nord e a meno dell’1% in Pennsylvania. Cornel West West è un professore di filosofia che ha insegnato alle Università di Yale, Princeton e Harvard, candidato come indipendente. È un attivista di sinistra convintamente anti-militarista ed è noto per la sua forte opposizione all’ex presidente Barack Obama. La sua proposta politica si basa sulla giustizia per le minoranze e la redistribuzione della ricchezza attraverso politiche come il reddito di base universale e un salario minimo nazionale di 27 dollari. Potrebbe rosicchiare qualche consenso a Harris, ma come in parte anche nel caso di Stein, molti analisti sono convinti che porterà alle urne elettori che altrimenti non avrebbero votato nessuno dei due principali candidati. Sarà sulle schede elettorali solamente in 15 Stati, tra cui quelli chiave di Michigan, Wisconsin e Carolina del Nord, ma i sondaggi lo vedono ovunque più vicino allo 0% che all’1%. Robert F. Kennedy Jr. Kennedy, noto candidato indipendente anti-vaccini e teorico del complotto, ha offerto il suo supporto a Donald Trump dopo il ritiro a fine agosto. Negli ultimi due mesi, per paura di favorire Harris, aveva tentato di rimuovere il suo nome dalle schede elettorali in più Stati chiave possibile, fallendo tuttavia in Michigan, Wisconsin e altri 28 Stati non decisivi. In realtà, gli analisti erano indecisi su quale candidato sarebbe stato più danneggiato dalla sua candidatura. In agosto era dato intorno al 5% su base nazionale, oggi, nonostante il suo ritiro, si attesterebbe a meno dello 0,5% a livello nazionale e in Michigan e Wisconsin.

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