La Georgia verso il voto: l'ombra di una stretta autoritaria sul Paese

La Georgia va verso il voto e il timore di un’ulteriore torsione autoritaria nel Paese caucasico è concreto. Le elezioni del 26 ottobre saranno il momento più importante di un biennio politico contraddistinto da profonde spaccature, dalla stretta sulla libertà d’espressione e i diritti da parte di Sogno Georgiano, la formazione al potere dal 2012 che negli anni è passata da posizioni filo-occidentali a una visione filo-russa e conservatrice sul piano sociale, e dalle proteste da parte di molti esponenti dell’opposizione che denunciano il declino della democrazia nel Paese. Il premier uscente Irakli Kobakhidze si presenta come candidato di riferimento di Sogno Georgiano, a cui dall'ascesa al potere a febbraio ha impresso un ulteriore rafforzamento della retorica antioccidentale. La legge sugli "agenti stranieri" Tbilisi ha visto l’approvazione di una legge sugli “agenti stranieri” che secondo i critici ricalca quelle restrittive in vigore in Russia. Secondo la norma, gli enti e le Ong dovranno rivelare le fonti del loro reddito se i fondi che ricevono dall’estero ammontano a più del 20% delle loro entrate totali. A marzo 2023 un primo movimento di protesta aveva bloccato l’approvazione della legge da parte di Sogno Georgiano, poi passata al voto del parlamento a giugno di quest'anno. L'opposizione guidata dal Movimento Nazionale Unito, di stampo liberal-conservatore, ha avvertito che questa legge può dare un colpo decisivo alle aspirazioni di integrazione nell'Unione Europea e nella Nato, ponendo la Georgia in diretto contrasto con i valori e i diritti propri del sistema occidentale. Sogno Georgiano e il complotto del "Partito della Guerra Globale" Alla luce di questo contesto, il timore delle opposizioni è che le elezioni si svolgano in un clima di intimidazione e che Sogno Georgiano intenda utilizzare la legge sugli agenti stranieri per silenziare ogni forma di dissenso e che in futuro la retorica sulle ingerenze straniere possa essere utilizzata per giustificare il crescente autoritarismo. Del resto Kobakhidze, che si trova di fronte a sondaggi che vedono Sogno Georgiano in calo di una decina di punti rispetto al 48% del voto del 2020, sta effettivamente puntando tutto sulla necessità di difendere l’indipendenza e la sovranità della Georgia da ogni ingerenza esterna. Sogno Georgiano e il suo leader insistono da mesi sul “Partito della Guerra Globale”, una presunta organizzazione a cui apparterrebbero i neoconservatori americani, il complesso militare Usa e miliardari come George Soros. Questo movimento sarebbe intenzionato a destabilizzare il sistema internazionale e avrebbe come obiettivo la rimozione dal potere dell'unico baluardo per la libertà di Tbilisi, ovvero Sogno Georgiano. Il “Partito della Guerra Globale” è stato accusato di condizionare la presidente della Repubblica Salome Zourabichvili, anche al fine di ampliare la guerra russo-ucraina estendendola alla Georgia, e di aver orchestrato il tentato assassinio del premier slovacco Robert Fico. Zourabichvili, sostenuta al momento dall’elezione da Sogno Georgiano nel 2018, è entrata in rotta di collisione con il partito di maggioranza per i suoi moniti a non abbandonare la vicinanza all’Occidente, aderendo alle sanzioni alla Russia e tutelando il diritto interno. Il muro contro muro è culminato a fine 2023 in un mancato tentativo di impeachment della presidente. La "Carta Georgiana" come unione delle opposizioni Zourabichvili ha provato a imporre, senza riuscirci, il veto sulla legge sugli agenti stranieri ed è stata per questo indicata da Sogno Georgiano come capofila di un “Partito della Guerra Locale” a cui aderirebbero il Mun e altre formazioni di opposizione. Un’opposizione che in queste elezioni corre divisa tra l’ex partito di governo e la Coalizione Civica, un’unione di forze liberali filo-occidentali. Tutti hanno però firmato la “Carta Georgiana” promossa dalla presidente dopo le prime proteste del 2023 che ha riunito i partiti anti-Sogno Georgiano su una serie di punti: l'abrogazione delle leggi che possono interferire con l'integrazione con l'Occidente, il ridimensionamento del potere politico sui giudici, l'abbandono delle tendenze russofile in politica estera, la revisione dei rapporti di forza del governo sugli apparati di sicurezza per garantire maggiore trasparenza all'operato di questi ultimi, la riforma della legge elettorale al fine di rafforzare la partecipazione dei cittadini residenti all’estero, spesso critici di Sogno Georgiano. Il voto sarà dunque un vero e proprio “referendum” sul governo, in un clima avvelenato da complottismi e disinformazione. Per molti osservatori, sarà l’ultima occasione per salvare la democrazia georgiana e le sue aspirazioni di avvicinamento all’Occidente, sempre più minacciate dalla torsione del partito di potere.