I mille volti di Hezbollah, mano armata sciita e partito di Dio

Partito, forza armata, organizzazione caritatevole, gruppo militante: Hezbollah è molte cose insieme. Il Partito di Dio libanese contro cui Israele ha riversato, nelle ultime settimane, un’imponente serie di attacchi militari e d’intelligence fino a lanciare una serie di limitate incursioni via terra è un rivale di lungo corso dello Stato Ebraico. E, al contempo, un’organizzazione centrale negli equilibri politici e confessionali del Paese dei Cedri la cui evoluzione, dopo i duri colpi subiti nelle ultime settimane e l’uccisione del suo segretario generale Hassan Nasrallah in un raid israeliano, andrà monitorata con attenzione per capire il futuro del Libano e della galassia di movimenti legati all’Iran nella regione. Il “Partito di Dio” si formò dall’aggregazione di diversi movimenti sciiti attivi in Libano tra il 1982 e il 1985 dopo la sanguinosa operazione “Pace in Galilea”, l’invasione israeliana del Libano del 1982 che aveva lasciato dietro di sé quasi 20mila morti. La comunità di riferimento di Hezbollah sono gli sciiti delle periferie della capitale Beirut, della Valle della Beqaa e del Sud del Paese. Una popolazione in cui la povertà e le disuguaglianze sono sempre state marcate, e la cui situazione si era, ai tempi, pesantemente aggravata per le conseguenze dell’aggressione israeliana. Il manifesto politico di Hezbollah è la “Lettera agli oppressi del Libano e del mondo“ del 1985, ispirata ai principi sciiti dell’ayatollah Ruhollah Khomeini che aveva preso il potere in Iran sei anni prima. Due le priorità: costruire una società islamica in Libano, da un lato; combattere con forza l’attività “imperialista” di Israele dall’altro. Nei fatti, sarebbe sempre stata la seconda quella maggiormente perseguita. Una formazione complessa Inizialmente impegnato a scontrarsi con l'altro partito-milizia sciita di Amal, nel 1988 Hezbollah si è alleato con quest'ultimo e la Siria della famiglia Assad. Dopo la fine della guerra civile libanese con gli accordi di Ta’if del 1989 Hezbollah è salito alla ribalta con la lunga leadership di Nasrallah, iniziata nel 1992 e conclusasi nello scorso settembre con la sua uccisione. Sul fronte interno, il Partito di Dio si è organizzato attorno alla figura del segretario generale, la cui emanazione sono le diverse strutture politiche e militari. Il "comitato centrale" decisionale di Hezbollah è il Consiglio della Shura, che coordina la posizione di Hezbollah in campo politico, militare e religioso. Da esso dipendono sia le strategie politiche che il Consiglio della Jihad, braccio operativo militare di Hezbollah. La formazione sciita si è candidata alle elezioni libanesi fin dal 1992 e, come scritto su Ispi, il suo dualismo con Amal ha portato le due formazioni a “monopolizzare la rappresentanza politica sciita in Libano, ottenendo tutti i seggi spettanti alla comunità”. Strategicamente alleato a una formazione del campo cristiano, il Movimento patriottico libero, Hezbollah è membro della coalizione di governo in Libano dal 2005. In parallelo, Hezbollah ha costruito, forte di una rete sociale solida e di finanziamenti di attori come l’Iran, un vero e proprio “Stato nello Stato” avente come sua emanazione istituzioni previdenziali, scuole, organizzazioni sanitarie, opera caritatevoli di assistenza a vedove dei caduti in guerra e bisognosi della comunità sciita e perfino società operanti in campi come la distribuzione alimentare e lo smaltimento dei rifiuti. In campo militare, Hezbollah ha combattuto Israele fino al ritiro dal Sud del Libano nel 2000 e durante la guerra dei 34 giorni scatenata nel 2006 dallo Stato Ebraico a seguito del rapimento di due soldati ad opera di militanti del Partito di Dio. Nasrallah dalla Siria all'attacco di Israele La ritirata di Israele dal Libano nel 2006 dopo gli scontri con Hezbollah fu ritenuta da molti osservatori una vittoria dall’alto valore strategico per la formazione sciita e il simbolo del peso crescente del Partito di Dio nel Libano e nella regione. Un peso che è stato messo alla prova dalla fragilità dello Stato libanese e dalla crisi regionale del Medio Oriente seguita allo scoppio delle Primavere Arabe.Nel 2011 il Partito di Dio si è schierato al fianco di Bashar al-Assad nella guerra civile siriana. Da un lato, questo ha alienato consensi a Hezbollah nel mondo arabo, essendo il Partito di Dio associato in molti Stati all’agenda iraniana di contrasto alle primavere arabe che avevano nella ribellione siriana un loro punto-chiave. Dall’altro, nel quadro della cosiddetta “Mezzaluna Sciita” a guida iraniana Hezbollah, assieme alla Russia, è stata capace di puntellare il governo di Damasco nella sfida contro gruppi quali Al Nusra e Isis, rafforzando la sua proiezione. Al contempo, l’importante apparato militare e missilistico costruito in patria da Hezbollah ha continuato a preparare il Partito di Dio allo scontro ritenuto più importante, quello con Israele. Tuttavia, questo concentrato di forze è stato messo a dura prova a partire da metà settembre dall’offensiva delle spie e delle forze armate di Tel Aviv che ha decapitato i vertici del Partito di Dio. Posto ora di fronte a una sfida esistenziale e al confronto più duro dal 2006 a oggi. Mentre il Libano sprofonda, assieme alla regione intera, nell’incertezza.

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