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La straniera: un’incredibile storia d’amore accaduta davvero nell'Europa di mille anni fa

Mondo

Filippo Maria Battaglia

IL LIBRO DELLA SETTIMANA Nella Francia dell’XI secolo un figlio di un rabbino e un’aristocratica cristiana scapparono braccati dalle rispettive famiglie riparando in Provenza prima di finire vittime del fanatismo religioso. Un romanzo ne rievoca la storia

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Partiamo dai punti certi, che in questa storia sono davvero pochi.  Nel 1096, a Monieux, un piccolo villaggio della Provenza francese, avviene un pogrom di rara violenza: trascinata dall’eco della prima crociata invocata dal papa Urbano II, una banda di avventurieri e di fanatici stermina “gli infedeli” al giro di “Deus lo volt!”. Tra le vittime c’è anche il figlio di un rispettato rabbino: si chiama David Todros e cinque anni prima è scappato da Rouen con Vigdis Adelais, una giovane aristocratica cristiana dai lunghi capelli biondi, con gli occhi azzurri leggermente strabici e il sangue dei normanni.

La fuga

Di questa storia si sa questo e poi poco, pochissimo altro. Non si conosce, per esempio, la sorte dei tre figli che David e Vigdis hanno e che quasi certamente sono fatti schiavi durante il pogrom.  Sappiamo poi, o almeno possiamo intuire, che quella di David e Vigdis sia stata davvero una storia d’amore ostinata, una di quelle incredibilmente romantiche. L’inizio dovrebbe essere datato cinque (o forse sei) anni prima di quel progrom, quando i due scappano da Rouen, braccati dai cavalieri (assai vendicativi) del padre di lei. È una fuga passionale, spericolata e improvvisata, che fa capolino in Provenza e che a un certo punto, con l’arrivo dei tre figli, pare avvicinarsi a un lieto fine. Nell’Europa medioevale, però, lo spazio per gli spartiti romantici e melò è ridotto al lumicino. Dopo lo sterminio del 1096 Vigdis (che nel frattempo ha cambiato nome e per amore si è convertita all’ebraismo) resta vedova e si mette alla ricerca dei figli sottratti, iniziando così un lungo viaggio che la porterà certamente a Palermo, Alessandria d’Egitto e al Cairo.

Il viaggio

La storia di Vigdis resta per secoli pressoché consegnata all’oblio, fino a quando lo scrittore fiammingo Stefan Hertmans la scova quasi per caso mentre trascorre proprio a Monieux le sue vacanze estive. Decidendo così di imbastire un romanzo ibrido e avvincente, che ora Marsilio porta in Italia con il titolo di “La straniera” (trad. L. Pignatti, pp. 328, euro 18). Hertmans sta alla larga dal solito romanzo storico e dai suoi sentimentalismi; piuttosto, sorvegliato da una buona (e salvifica) dose di pudore, si mette sulle tracce di Vigdis, compulsa i pochi indizi documentari conservati e, quando ricorre alla fantasia, lo fa con un passo narrativo discreto e mai sopra le righe. Così, superato un inizio forse un po’ troppo aulico, squaderna una storia di forte impatto e di notevole tenuta, alleggerita anche dal racconto del viaggio che lui stesso compie lungo le rotte solcate dalla protagonista. E, alla fine, il sapore che resta è quello di un romanzo misurato e godibile.