L’antisemitismo continua a crescere. In Italia e in Europa

Gli atti di antisemitismo sono in aumento. Lo ha detto anche il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, confermando che dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e la reazione israeliana, il numero di episodi di intolleranza o di aggressione verso gli ebrei e la cultura ebraica in Italia ha subito un’impennata. Si tratta di una tendenza che non riguarda solo il nostro Paese. Un incremento analogo, anzi in certi casi più pronunciato, si è registrato anche in Germania, Francia e Regno Unito dove il fenomeno ha raggiunto numeri doppi o tripli rispetto al periodo precedente l’inizio della guerra tra Hamas e Israele. L’Italia I dati raccolti dall’Osservatorio antisemitismo curato dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea confermano le parole di Piantedosi. Nel corso del 2023 gli episodi che possono essere classificati come antisemiti sono saliti a oltre 400, pressoché il doppio rispetto agli anni immediatamente precedenti. Ma non si è trattato di un picco isolato. I casi documentati sono infatti aumentati ancora, diventando più di 870 nel 2024, vale a dire quattro volte le cifre del periodo precedente l’attentato del 7 ottobre. Nel 2025, infine, le segnalazioni fino a inizio ottobre risultano 537, una cifra inferiore a quella dello stesso periodo dell’anno scorso ma decisamente superiore al totale del 2023. Se non visualizzi il grafico clicca qui Nell’archivio dell’Osservatorio antisemitismo, come in quello di iniziative analoghe all’estero, finiscono segnalazioni di casi come aggressioni fisiche, diffamazioni, insulti, discriminazioni, gesti violenti, minacce, atti di vandalismo, scritte e graffiti così come manifestazioni di antisemitismo sul web o su altri tipi di media. Una tendenza comune Ma non è solo l’Italia. Come si diceva, l’andamento registrato in alcuni dei più popolosi Paesi d’Europa appare molto simile a quello tricolore. Con l’antisemitismo, in certi casi già in leggera crescita, che esplode improvvisamente nel 2023 e sembra poi stabilizzarsi su livelli molto superiori al periodo precedente l’inizio del conflitto in Medio Oriente. In Francia, per esempio, si è passati da 436 casi documentati dal Service de Protection de la Communauté Juive nel 2022 a 1.676 del 2023 a 1.570 nel 2024. Se non visualizzi il grafico clicca qui Stessa tendenza in Germania. Anche in terra tedesca è il 2023 l’anno che dà il via alla moltiplicazione del fenomeno. I casi riportati dal RIAS, l’Associazione federale dei dipartimenti per la ricerca e l’informazione sull’antisemitismo, salgono improvvisamente a più di 4.800, quasi il doppio rispetto al 2022, per poi crescere ulteriormente nel 2024 quando nell’archivio dell’organizzazione germanica finiscono registrati oltre 8mila eventi, quasi due volte il record dell’anno precedente. Se non visualizzi il grafico clicca qui Discorso analogo, infine, per il Regno Unito. Gli episodi di antisemitismo - in questo caso documentati dall’organizzazione Community Security Trust - hanno toccato il massimo nel 2023 con quasi 4.300 segnalazioni, un aumento di circa il 160% rispetto al 2022 quando erano stati 1.662. Nel 2024 sono leggermente calati restando però a livelli mai raggiunti negli ultimi 15 anni . I dati dei primi sei mesi indicano che il 2025 avrà un andamento analogo. Se non visualizzi il grafico clicca qui Tenere alta l’attenzione I numeri più alti di episodi di antisemitismo in Germania o nel Regno Unito si spiegano soprattutto con una maggiore presenza di cittadini di religione o cultura ebraica rispetto all’Italia. Non significa quindi che la situazione nel nostro Paese sia meno preoccupante che altrove. “Il livello degli episodi di antisemitismo resta molto alto, incomparabilmente superiore a prima del 2023”, spiega Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione CDEC che gestisce l’Osservatorio antisemitismo. "I casi si moltiplicano a fiammate in corrispondenza di determinati eventi, per esempio una dichiarazione della senatrice Liliana Segre o in occasione del 25 aprile o del Giorno della Memoria fino a raggiungere numeri che non avevamo mai visto”. Ma non ci sono solo le cifre. I singoli episodi di antisemitismo avvengono infatti, secondo Luzzatto Voghera, in un clima progressivamente più difficile per gli ebrei italiani, i quali spesso pagano un prezzo sociale non registrato dalle statistiche ma non per questo è meno grave. “A fare da sottofondo agli episodi che documentiamo c’è un clima di crescente isolamento sociale. Capita sempre più spesso che a singoli cittadini ebrei o anche a associazioni ebraiche venga chiesta un’esplicita dissociazione rispetto alle azioni di Israele, pena l’esclusione o l’isolamento. C’è come una chiamata di correità nel conflitto in corso, una richiesta di giustificazione personale”.

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Raffaele Mastrolonardo