Che rapporto hanno gli Stati Uniti con la comunità LGBTQ

Il 26 giugno scorso si è celebrato il decimo anniversario della storica sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha riconosciuto il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso su tutto il suolo nazionale. Questo evento ha segnato una svolta epocale nella legislazione che regola le famiglie americane, riflettendo un cambiamento dell’opinione pubblica: se nel 2004 meno di un terzo degli statunitensi – il 31% – si diceva in favore del matrimonio egualitario , solo undici anni dopo, nel 2015, la maggioranza era favorevole , e nel 2023 il sostegno ha raggiunto il 63%. Per comprendere come questa decisione abbia influenzato la vita delle persone che appartengono alla comunità LGBTQ negli Stati Uniti e come queste percepiscano oggi il livello di accettazione sociale nei loro confronti, il Pew Research Center ha condotto un’indagine a inizio gennaio 2025, intervistando quasi 4.000 adulti che si autodefiniscono LGBTQ. Questo studio si colloca nel solco di una precedente ricerca del 2013 e fotografa un contesto complesso: da un lato segnali di progresso, dall’altro timori crescenti, in particolare tra le persone transgender, in un clima politico percepito sempre più come ostile. Uno scenario sfaccettato L’indagine rivela che le persone LGBTQ percepiscono diversi livelli di accettazione sociale a seconda delle identità coinvolte. Il 61% ritiene che negli Stati Uniti vi sia almeno un buon grado di accettazione per le persone gay o lesbiche e il 52% per le persone bisessuali. Solo il 14%, tuttavia, pensa lo stesso per quanto riguarda le persone transgender. La maggioranza, comunque, riconosce che negli ultimi dieci anni siano stati fatti progressi, e molti si aspettano ulteriori progressi nel prossimo decennio. Tra i fattori che potrebbero contribuire a migliorare la situazione, sono indicati in particolare il sostegno da parte di leader religiosi e una maggiore rappresentazione politica e nei media . Meno fiducia è invece riposta nel supporto di aziende e marchi commerciali . Due terzi degli statunitensi che appartengono alla comunità LGBTQ ritengono che anche la stessa decisione della Corte Suprema abbia reso le persone più tolleranti verso le coppie dello stesso sesso. In particolare, il 20% afferma che ciò abbia contribuito molto all’accettazione sociale e il 47% che lo abbia fatto abbastanza. Ancora discriminazioni Nonostante i segnali positivi, l’indagine mette in luce come soprattutto le persone transgender siano ancora soggette gravi discriminazioni. Il 70% delle persone trans rivela di aver temuto per la propria incolumità personale almeno una volta nella vita, così come il 52% delle persone gay o lesbiche e il 28% delle persone bisessuali. Gli insulti e le battute offensive sono particolarmente diffusi: ne sono stati bersaglio nell’arco della propria vita il 73% delle persone gay o lesbiche e il 68% delle persone transgender. In tempi recenti, tuttavia, si nota una maggiore incidenza degli episodi di questo tipo tra le persone trans: il 42% dice di averne subiti nell’anno precedente all’indagine, contro il 22% di gay o lesbiche. Il 24% di tutte le persone che appartengono alla comunità LGBTQ statunitense afferma inoltre di aver ricevuto un trattamento negativo in negozi o ristoranti, il 21% da parte di medici o infermieri e il 19% afferma di essere stato discriminato sul lavoro. I dati sono particolarmente gravi nel caso delle persone transgender: il 42% ha avuto esperienze negative in ambito sanitario. Le affinità partitiche Le opinioni e le esperienze variano tuttavia in base all’orientamento politico. Gli statunitensi LGBTQ che si identificano come Democratici sono molto più inclini rispetto ai Repubblicani a vedere la sentenza del 2010 come un motore di maggiore accettazione sociale: lo pensa il 70% dei primi, contro il 55% dei secondi. Anche l'importanza attribuita alla propria identità LGBTQ varia sensibilmente. Tra i Democratici, il 46% considera questa parte della propria identità estremamente o molto importante nel definirsi come persona. Tra i Repubblicani LGBTQ, invece, solo il 25% la considera così centrale. Queste differenze si riflettono anche nelle relazioni sociali: il 31% dei Democratici LGBTQ dichiara che tutti o la maggior parte dei propri amici appartengono anch’essi alla comunità LGBTQ, contro appena il 13% tra i Repubblicani.

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Gianluca De Feo