Cosa pensano gli americani del caso Epstein e della sua gestione da parte di Trump

Negli ultimi giorni una nuova polemica sta mettendo in difficoltà l’amministrazione Trump, ovvero quella relativa alla pubblicazione della presunta lista dei clienti di Jeffrey Epstein. Epstein era un criminale condannato più volte per abusi su minori che aveva costruito una rete di contatti con politici e celebrità, molti dei quali non sono mai stati identificati pubblicamente. Questo ha alimentato teorie del complotto, diffuse soprattutto tra l’ala radicale del Partito Repubblicano, secondo cui Epstein avrebbe stilato una lista di clienti che usufruivano della sua rete internazionale di traffico sessuale minorile, così da poterli ricattare. Le teorie sono diventate particolarmente popolari dopo il suo suicidio avvenuto in carcere, in circostanze sospette, nel 2019. Tra i personaggi che in passato hanno frequentato Epstein c’è anche Donald Trump, che però ha sempre negato ogni coinvolgimento e ha deciso di sfruttare politicamente la situazione, alimentando le teorie del complotto sulla famigerata lista e i misteri attorno alla morte di Epstein e insinuando che fossero i politici Democratici ad essere coinvolti. Durante la campagna elettorale dell’estate scorsa, Trump e i suoi alleati hanno più volte promesso di desecretare tutti i documenti su Epstein. Una volta eletto, tuttavia, Trump non ha mantenuto la promessa e ora nega l’esistenza della lista. Nel frattempo, la stampa ha riesumato documenti del passato, come un biglietto di auguri che Trump scrisse a Epstein nel 2003, alimentando i sospetti che quella tra Trump ed Epstein fosse qualcosa di più di una frequentazione occasionale. Qualche settimana fa, in un post su X, l’ex alleato di Trump Elon Musk aveva insinuato che il nome del presidente comparisse sulla lista e negli ultimi giorni ha rincarato la dose, inondando il suo feed con accuse relative alla mala gestione della situazione da parte dell’amministrazione Repubblicana. Faida interna Così come con l’intervento degli Stati Uniti nella guerra tra Israele e Iran, anche il caso Epstein sta dunque provocando una spaccatura all’interno del Partito Repubblicano. Diverse tra le figure più estremiste dell’universo conservatore statunitense stanno infatti alzando la voce contro Trump, dichiarando di sentirsi tradite dalla marcia indietro dell’amministrazione sulla pubblicazione della lista. Ma cosa dicono i sondaggi, ovvero l’unico strumento che abbiamo a disposizione per tastare davvero il polso dell’opinione pubblica? Secondo YouGov, il 79% degli elettori statunitensi vuole che il governo pubblichi tutti i documenti in suo possesso sul caso Jeffrey Epstein, mentre solo il 4% si dice contrario. Il dato più sorprendente è che anche il 75% dei Repubblicani è favorevole alla pubblicazione, segno che la richiesta non è di parte, ma trasversale: un raro esempio di consenso bipartisan in un Paese profondamente diviso. Da un altro sondaggio di Reuters/Ipsos emerge come il 69% degli americani creda che il governo stia attivamente nascondendo ciò che sa sulla lista dei clienti di Epstein, mentre solo il 17% ha un’opinione positiva di come il presidente sta gestendo la situazione. Tutto ciò sta contribuendo a un nuovo crollo del tasso di approvazione complessivo dell’operato dell’amministrazione Trump, che secondo i principali aggregatori di sondaggi ha toccato un nuovo record in negativo: per l’Economist oggi ammonta a -14 punti percentuali , per il Silver Bulletin di Nate Silver a -9,8 punti e per Strength in Numbers di George Elliott Morris a -10,9 punti .

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