Usa-Ue, corsa alla trattativa per evitare i dazi

Sono ore di attesa preoccupata quelle in corso per l’Unione Europea sul fronte dazi: nelle ultime ore gli Stati Uniti hanno inviato nuove lettere a diversi partner commerciali annunciando dazi di diverso importo a partire dal 1 agosto. Dopo Brasile, Corea del Sud, Giappone e Sudafrica, Washington ha inviato missive anche a Filippine, Algeria, Sultanato del Brunei, Iraq, Libia e Moldavia. Finora gli annunci hanno esentato l’Unione Europea, ma non è detto che sul delicato negoziato in corso tra le due sponde dell’Atlantico per trovare un’intesa, non piombi qualche novità nelle prossime ore. Il negoziato in corso Gli europei “ci hanno trattato molto male fino a poco tempo fa, ora si stanno comportando molto bene. È come vivere in un mondo diverso”, ha detto mercoledì Trump inaugurando la riunione di gabinetto alla Casa Bianca, aggiungendo che i rapporti commerciali con i partner di oltre Atlantico “erano tra i più difficili da gestire”. Il riferimento del presidente Usa è al grande surplus commerciale europeo nel campo dei beni e dei prodotti fisici, a cui però corrisponde un complementare vantaggio americano nello scambio di servizi: in generale su un commercio che secondo il Consiglio europeo , nel 2024 ha sfiorato i 2mila miliardi di dollari , considerando sia i beni che i servizi, il surplus europeo è di circa 50 miliardi di dollari. Le parole di Trump fanno il paio con quelle del segretario al Commercio Howard Lutnick secondo cui “l’Ue ha fatto delle offerte concrete e significative” e con le dichiarazioni del cancelliere tedesco Friederich Merz che ieri si è detto "cautamente ottimista" sulle possibilità di un accordo. A che punto sono i negoziati? Le trattative condotte da Lutnick per Washington e dal Commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic per Bruxelles avrebbero dovuto essere indubbiamente facilitate dalla decisione dei Paesi europei di aprire all’esenzione dal regime della Global Minimum Tax per le multinazionali americane e dal sostanziale via libera del blocco ad accettare l’imposizione di un livello, per quanto minimo, di tariffe reciproche sui beni in uscita. Ciononostante, come osserva il Financial Times, dopo un periodo di negoziati più lungo e tortuoso alla fine l’Europa potrebbe vedersi applicare condizioni meno vantaggiose di quelle spuntate dal Regno Unito. I possibili dettagli dell’accordo Di fatto l’Ue dovrebbe pagare il 10% sull’export di tutti i beni diretti negli Usa come “biglietto d’ingresso” al mercato Usa con cui Washington intende rimediare a presunte asimmetrie sui fattori produttivi tra i due partner economici in cambio dell’esenzione totale dalle tariffe su alcuni prodotti ritenuti importanti per il volume di export . Inoltre, Trump, vorrebbe applicare dazi del 17% sui prodotti agroalimentari dell'Ue in ingresso negli Usa. “L'accordo del Regno Unito era migliore di questo - ha ammesso un diplomatico - È una sorpresa, visto quanto abbiamo negoziato”. Quando Londra anunciò di aver raggiunto un accordo con Washington sui dazi, a maggio, i funzionari europei dichiararono che non avrebbero seguito la strada di Londra che aveva accettato “condizioni svantaggiose”. Bruxelles era convinta che il suo maggiore peso economico – in quanto principale blocco commerciale mondiale – avrebbe pesato nei negoziati con la Casa Bianca. Ma ha esitato a reagire, anche solo in fase negoziale, ipotizzando misure di ritorsione in caso di mancato accordo con gli Usa. Al contrario Bruxelles cerca sconti sugli altri dazi precedentemente imposti da Trump: Ma “Washington non ha dato alcuna indicazione di voler esentare settori politicamente sensibili come quello automobilistico, siderurgico e dell'alluminio o farmaceutico, come richiesto dall’Ue”, nota Politico.eu, ed è su questo dossier che si concentrano le trattative. L'Ue non ha ottenuto garanzie che i dazi sull'acciaio saranno ridotti dal livello del 50%, hanno affermato i diplomatici. Gli Stati Uniti si sono inoltre rifiutati di esentare l'Unione da futuri dazi settoriali in settori come quello farmaceutico e dei semiconduttori. Le due parti stanno lavorando a piani per ridurre i dazi del 25% sui veicoli e stanno valutando un accordo per abolire le imposte su alcolici, aerei e componenti. L'UE è inoltre pronta a ridurre il suo surplus commerciale di 198 miliardi di euro in merci impegnandosi ad acquistare più armi e gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti. Del resto, Bruxelles è disposta ad accettare dazi all’ingresso di fatto quintuplicati rispetto all’era pre-Trump e spera in concessioni che possano indorare la pillola. Dalla Global Minimum Tax ad altre manovre non direttamente riguardanti i dazi, come l’apertura europea a una crescita della spesa militare in ambito Nato, il Vecchio Continente ha fatto di tutto per ottenere la benevolenza di Trump. Ora i negoziati sono entrati nella loro fase critica e per l’Ue sarà fondamentale strappare un accordo che non appaia come un cedimento. In nome di un asse transatlantico che, dall’altra parte dell’Oceano, viene continuamente messo in discussione.

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